Ci sono generazioni e generazioni, ognuna è caratterizzata da qualcosa, che sia la passione per il calcio, l’indipendenza del fumare una sigaretta o la passione per il viaggio, la nostra è la generazione erasmus.
Unire assieme differenti culture, classi sociali, età, studi in un unico appartamento?
Sembrerebbe insensato, ma può succedere. L’erasmus lo consente ed è una delle pietre miliari su cui si basa: gli scambi sociali, la condivisione di idee e pensieri che porta inevitabilmente all’apertura mentale.
Se si conosce un qualcosa con fatica lo si teme, ma se non lo si conosce lo stereotipo anticipa il giudizio.
Così nel 2013 furono 268mila gli studenti universitari che hanno voluto abbattere le barriere di ogni pregiudizio e conoscere quale fossero i veri pensieri di un tedesco, inglese, spagnolo e come tutti fossero accumunati dall’insicurezza del domani e da politiche che spesso puntano più sul valore monetario piuttosto che alla ricerca di un futuro per le nuove generazioni. Il vero senso dell’Europa lo si vede negli occhi dei ragazzi che hanno realmente capito la grandiosità di un Europa senza confini, in cui gli unici confini sono quelli mentali che le persone si creano. Erasmus non è solo un’esperienza di vita, è arricchimento. Non è solo indipendenza, è comprensione di se stessi e delle diverse usanze e culture. Fare l’erasmus è mettere alla prova se stessi, andare a cozzare con il nostro “innato” provincialismo e iniziare a respirare, vivere, agire come dei cittadini europei.
Il tema dell’Europa è dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che è possibile che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza
Questa è la riflessione del premier italiano Matteo Renzi in un messaggio pubblicato sul sito della presidenza italiana del Consiglio Ue. Similmente al premier italiano anche Martin Shultz intervenne a favore del progetto comunitario esprimendosi con le seguenti parole :
L’esperienza erasmus sono le amicizie, a volte i matrimoni, arricchimento culturale che rompe le barriere dello stereotipo. L’erasmus è l’essenza dell’europa
Andrea e Chiara, che hanno svolto la loro esperienza erasmus entrambi in Spagna uno presso l’Universitat de Valencia e l’altra presso la Universidad Complutense de Madrid, hanno gentilmente risposto a qualche domanda.
Cosa ti ha spinto a fare l’erasmus?
Andrea: la curiosità di entrare in contatto con altre culture e realtà differenti.
Chiara: Curiosità verso la cultura di altri paesi, avere la possibilità di apprendere un’altra lingua, fare una nuova esperienza, confrontarmi con un altro sistema scolastico
Quali competenze credi di aver sviluppato durante tale esperienza?
Andrea: Oltre a indubbie competenze linguistiche, un maggior senso critico nei confronti di me stesso e della mia provenienza e una maggiore apertura mentale nei confronti della diversità.
Chiara: Conoscenze linguistiche, capacità di lavorare in team, maggiore sicurezza nel parlare in pubblico
Ti senti più europeo?
Andrea: senza dubbio
Chiara: Sì
In cosa ti senti più europeo?
Andrea: In un senso di appartenenza che ad un analisi più approfondita fa svanire completamente le differenze culturali sostanziali tra gli individui
Chiara: In tutto, di fatto mi sento più propensa a partire rispetto al passato in un paese della comunità europea qualora mi si presentasse l’occasione.
E’ un esperienza che consiglieresti?
Andrea: la raccomanderei caldamente a chiunque, è una cosa che arricchisce ed è opportuno che chiunque ne abbia la possibilità lo faccia
Chiara: Sì!
Se ti proponessero un lavoro in Europa accetteresti più a cuor leggero rispetto a prima di aver fatto l’erasmus o no?
Andrea: prima non lo avrei preso in considerazione, ora invece l’idea mi piace molto, mi attira. Valutare solo l’italia è come andare al ristorante e guardare solo gli antipasti. Molto meglio avere l’intero menù da cui poter scegliere.
Chiara: Sì, come già detto
Il tuo modo di vedere le persone provenienti da altri paesi è cambiato oppure no con precedenza rispetto alla tua esperienza?
Andrea: Sicuramente sì. Preconcetti e pregiudizi sebbene non estinti hanno ora un peso minimo nella valutazione delle persone, prescindendo completamente dalla loro provenienza.
Chiara: Non molto, ma mi sono resa ancora più conto del fatto che siamo molto meno diversi di quanto potremmo pensare prima di fare conoscenza.
***
Andrea Fois è studente alla laurea magistrale in scienze filosofiche e storico-filosofiche presso l’Università degli studi di Cagliari, appassionato di filosofia spagnola, politica e studioso del filosofo spagnolo Josè Ortega y Gasset. Ha effettuato grazie alla borsa di studio erasmus due esperienze all’estero presso l’Universitat de Valencia di cui l’ultima conclusasi nel luglio 2015.
Chiara Sanna è una neo laureata con il massimo dei voti in scienze filosofiche e storico-filosofiche presso l’Università degli studi di Cagliari. Appassionata di filosofica antica e in particolare di Platone, ha effettuato la sua esperienza erasmus presso l’Università complutense di Madrid nell’anno accademico 2013/2014.