L’influenza della Chiesa sulla società e sulla politica italiana è un argomento evidentemente vastissimo e pieno di mille implicazioni, di cui a noi comuni mortali spesso non è dato sapere. Proprio in virtù di questo, nel nome di un reciproco aiuto, spesso i terremoti politici divengono argomento di conversazione e giudizi all’interno del Vaticano, e altrettanto spesso questi ultimi si riverberano nella nostra politica; dell’operazione inversa, invece, non resta che qualche sparuta reazione.
La Chiesa, secondo il rapporto Ojetti del 1977, possiede circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano, per una cifra che si aggira intorno ai mille miliardi di euro; un tesoro immenso quasi tutto esente da tassazione. L’ultimo scandalo riguarda proprio questo: non solo la pubblicazione di Via Crucis, libro che raccoglie tutti gli appartamenti in cui risiedono a titolo gratuito i rappresentanti del clero, ma anche la notizia che l’abitazione del cardinal Bertone, di circa 300 metri quadri, sia stata pagata con i soldi destinati ad opere benefiche.
Lo scandalo Vatileaks II
La vicenda che più infiamma gli animi dei credenti e non in questi giorni riguarda l’attico del cardinal Bertone, che interviene subito per fare chiarezza: “I 300 metri quadri della casa li ho pagati con i miei risparmi”. Una bella botta al voto di povertà, che ha scosso persino Papa Francesco, il quale a suo tempo creò la Cosea, una commissione per vigilare sui buchi dello IOR, la banca vaticana, per scoprire che questi venivano rimpinguati con l’Obolo di San Pietro, i soldi dei fedeli destinati a bimbi malati (come nel caso di Bertone) o alla beneficenza in generale.
Quello che il segretario di Stato vaticano ha definito calunnia, però, non è il primo scandalo che lo vede al centro dell’attenzione: nel caso Vatileaks I del 2012, una fuga di notizie riservate ha destato scalpore per aver destato irregolarità nella gestione dei movimenti bancari dello IOR e per presunte mancanze del rispetto della normativa antiriciclaggio. Nello scandalo più recente, però, sono state anche scoperte delle intercettazioni telefoniche tra il direttore dell’ospedale Bambin Gesù Profiti e Bertone stesso (si veda l’articolo de La Repubblica), che commenta la distribuzione dei fondi di governo alla sanità, rilevando come l’ospedale Gaslini di Genova riceva meno denaro del suo corrispettivo romano per ragioni di limitatezza mentale.
Ecco che dunque si scatena la rabbia di papa Francesco, che nell’omelia di qualche giorno fa commenta: “Nella Chiesa c’è chi invece di servire se ne serve: arrampicatori, attaccati ai soldi. Quanti sacerdoti e vescovi!”. Di conseguenza ha annunciato che “si cambierà”. Le indagini hanno altresì portato all’arresto di due collaboratori papali, appartenenti alla Cosea, colpevoli di aver girato le notizie riservate ai giornalisti; il Papa, dichiaratosi amareggiato, non risulta però preoccupato per il contenuto di tali documenti; segno che la situazione era già nota o comunque prevedibile da tempo.
Un credente non può parlare della povertà e dei senzatetto e condurre una vita da faraone.
Papa Francesco
Tutto questo è riportato nel libro Avarizia di Emanuele Fittipaldi, che è stato avvisato di ciò da una telefonata anonima di un monsignore misterioso, che ha provveduto a passargli documenti riservati prodotti dalla Cosea stessa e contenuti a malapena all’interno di una macchina. La notizia, riportata anche da Il Fatto Quotidiano, procede con la ricostruzione del contenuto di quei documenti, che sono anche il contenuto del libro stesso; il prelato anonimo si difende sostenendo che le scoperte della Cosea non vengono riportate al Papa stesso, che invece “deve sapere”.
Dopo gli scandali relativi alla pedofilia e al riciclaggio di denaro, insomma, la Chiesa è al centro di un’altra enorme grana che però, quotidiani alla mano, viene poco approfondita dai media italiani. Questioni di interesse politico? Probabilmente sì, considerato che in Italia la politica è permeata da personaggi relativi al mondo ecclesiastico o semplicemente da fervidi credenti, presidente del Governo in primis, e da coloro che dal mantenimento dello status quo hanno solo da guadagnarci, per quanto il loro modo di fare politica sia molto più simile al personalismo di Bertone che all’altruismo di Bergoglio.