A casa di amici, un profumino di sugo appena fatto da accompagnare a un bell’arrosto…Lo pregustiamo ancor prima di metterlo in bocca…Saporito, buonissimo ma non è carne…Stufato di seitan? Scopriamo così che i nostri amici sono tra le persone che sempre più hanno optato per una scelta vegetariana–vegana. E la vecchia carne?
Secondo il rapporto Eurispes del 2014 il 7,1% della popolazione italiana avrebbe cambiato il proprio regime alimentare optando per un’alimentazione vegetariana o vegana. Parliamo quindi di 4,2 milioni di persone.
Innanzi tutto facciamo un po’ di chiarezza riguardo ai termini, che spesso sono fonte di dubbi e confusione.
- Chi è un vegetariano?
I vegetariani sono coloro i quali hanno optato per un’alimentazione che esclude carne di ogni tipo(per cui niente pesce, crostacei, insaccati, molluschi ecc. )ma che consumano prodotti di origine animale ossia uova, latte, formaggio, ragion per cui vengono definiti spesso anche latto-ovo-vegetariani.
- Chi è un vegano?
I vegani, invece oltre ad abolire il consumo di carne evitano tutti i prodotti di origine animale, dai latticini alle uova fino al miele.
Molti, una volta fatta chiarezza su cosa mangino o meno vegetariani e vegani, si chiedono cosa possa aver spinto così tante persone ad un’esistenza fatta di tristi insalate e frutta. Si, perché si pensa che chi escluda la carne dal proprio regime alimentare sia destinato a non mangiare altro se non ortaggi e frutta, mentre il regime alimentare vegetariano e vegano è composto anche da cereali, legumi, semi oleosi, insomma una dieta equilibrata e varia.
Infatti proprio un’ elevata sensibilità verso un’ alimentazione equilibrata e il più salutare possibile è ciò che ha spinto il 24% della popolazione italiana a fare questa scelta, non solo il rispetto verso gli animali che ha portato il 31% ad evitare la carne. Un’altra motivazione che incide profondamente tra le ragioni di questo cambiamento è un maggior rispetto ambientale, decisivo per il 9%.
Chi muta il proprio regime alimentare per ragioni salutiste generalmente è anche tra i primi ad acquistare prodotti di agricoltura biologica, ossia prodotti coltivati senza l’uso di prodotti chimici di sintesi ma prodotti e coltivati utilizzando fertilizzanti derivati da scarti e concimi naturali. Il mercato del biologico, di cui l’Italia è tra i primi produttori ed esportatori, è un mercato in costante aumento grazie alla maggiore consapevolezza da parte dei consumatori che il benessere parte da tavola che si traduce in maggior attenzione in ciò che viene acquistato, anche tra i non vegetariani e vegani .
Secondo molti la scelta vegana è solo una moda, e indubbiamente soprattutto nelle fasce più giovani potrebbe esserlo, infatti nel 2014 l’1,1%della popolazione era vegana mentre nel 2015 si è ridotta allo 0,6%. Non si può dire lo stesso per la scelta vegetariana che invece vede un costante aumento, infatti si è passati dal 4 % della popolazione nel 2014 al 6,5% nel 2015. Le ragioni potrebbero risiedere nel fatto che la dieta vegana si basa su una scelta molto più rigida ed estrema che non si può e non si dovrebbe fare a cuor leggero, ma dovrebbe essere frutto di approfondita informazione e supportata, soprattutto inizialmente da dietisti specializzati in alimentazione vegana per evitare gravi carenze e scompensi alimentari.
C’è anche chi sostiene, contrariamente a chi è convinto che tali scelte alimentari non dureranno a lungo, che tra qualche anno dovremmo diventare tutti vegetariani. Considerando l’impatto che la produzione della carne ha a livello ambientale.
Secondo la Fao infatti il 30% delle terre coltivabili del nostro pianeta è destinato ad allevamento del bestiame, il quale è responsabile di un quinto delle emissioni di gas serra, inoltre, per nutrire gli animali destinati a finire sulle nostre tavole vengono impiegati la maggior parte dei raccolti di mais e soia prodotti, che sarebbero sufficienti a nutrire gran parte della popolazione mondiale, mentre l’IME (Institution of Mechanical Engineers) ha stimato che per produrre un chilo di carne sono necessari tra i 5mila e i 20mila litri d’acqua, quando per coltivare un chilo di grano ne bastano tra 500mila e 4mila litri.(qui due articoli a riguardo, Repubblica, The Post internazionale) Perciò c’è chi ha avanzato l’ipotesi che in futuro per mancanza di risorse idriche e un continuo aumento demografico sarà una necessità smettere di mangiare carne, a meno che non la popolazione mondiale non cominci a nutrirsi di insetti.
Per ora vegetariani e vegani rappresentano una buona fetta di mercato sulla quale sempre più industrie stanno investendo, a partire dal campo alimentare fino ad arrivare alla cura e igiene della persona. Ma non solo, sempre più ristoranti, bar offrono menù con opzioni vegetariane-vegane per cui è sempre più facile poter gustare un cappuccino di soia, un gelato di riso, un sushi vegetariano.
E quant’anche fosse vero che tra qualche anno diventeremo tutti vegetariani almeno sarà facile trovare un posticino dove addentare un hamburger di soia o di ceci.