Il caro vecchio giornale sfogliato al mattino davanti ad un bel cappuccino secondo alcune stime(Ross Dawson) nel 2024 in Italia sarà solo un lontano ricordo.
Come è noto già da parecchio tempo le vendite dei quotidiani stanno subendo un drastico calo, infatti secondo i dati pubblicati dall’Ads la tiratura media giornaliera nel 2013 era di 5,3 miliardi di copie, la diffusione di 3,8 milioni con un reso (ossia di copie non vendute) di 1,5 milioni. Al 31 dicembre dell’anno successivo(2014) si è registrata una diminuzione della tiratura media del 19%, con 4,3 miliardi di copie stampate mentre la diffusione si aggirava intorno ai 3 milioni di copie(il 21% in meno rispetto all’anno precedente) dei quali 1,3 milioni sono stati resi(circa il 12%in meno rispetto all’anno precedente).
Una delle ragioni del rapido calo dei quotidiani risiede nel fatto che non ci si informa quasi più dal mezzo cartaceo ma sempre più da siti internet. Infatti secondo le ricerche pubblicate da Doxa quest’anno oramai solo l’8% della popolazione italiana si informa mediante i quotidiani. Non è una novità che la maggior fonte di informazione, per il ben 49% della popolazione, sia rappresentata dalla Tv subito seguita , però, da internet, utilizzata come principale fonte per l’approvvigionamento delle notizie dal 34% degli Italiani.
Non dovrebbe stupire visto che gli smartphone oggi sembrano essere i migliori amici dell’uomo, inseparabili, fidati e irrinunciabili. Fin dal primo mattino, con la testa ancora sul cuscino il 35% degli italiani si fa dare il buongiorno dalle notizie che vengono visualizzate sullo schermo del proprio telefono di ultima generazione, e all’ora di pranzo sembra che il 39% degli italiani consulti gli aggiornamenti sempre dal proprio cellulare, per lo più leggendoli direttamente dal sito del quotidiano o dall’app dello stesso. Inoltre non è da sottovalutare che una buona parte degli utenti arrivi alle notizie grazie a condivisioni da parte di amici e parenti sui social media.
Ci si è domandati innumerevoli volte quali siano le cause che abbiano portato ad un cambiamento riguardo ai mezzi di approvvigionamento delle notizie. Una delle motivazioni più plausibili è la forte resistenza da parte degli utenti a dover pagare per essere informati, ancor più che con il boom di internet navigando in rete si possono trovare un pressoché infinito numero di notizie gratuite.
La grande critica che viene mossa all’informazione che circola all’interno di internet è che sia incontrollata, che tra la mole infinita di informazioni si nascondano delle “bufale” nelle quale la maggior parte degli utenti potrebbero incappare, ragion per cui risulterebbe utile e necessario avere operatori dell’informazione che siano in grado di selezionare e diffondere quelle che sono realmente le notizie. Proprio per questo i grandi quotidiani, oramai da diversi anni sono approdati nel mondo di internet offrendo, inizialmente prodotti differenti da quelli del cartaceo, fino ad arrivare ad oggi dove il cartaceo viene reso disponibile integralmente in formato digitale anche in rete, a pagamento o consentendo di visualizzare alcune sezioni gratuitamente.
Ma queste contromisure non hanno arrestato il calo delle vendite cartacee. I più pessimisti danno per spacciata la carta stampata, chi si appiglia al fatidico 2043,data pronosticata per la fine del New York Times, chi l’aveva già data per estinta nel 2014 e chi stima che nel 2024 in Italia non ci saranno più quotidiani.
Esiste qualche modo per invertire questa tendenza?
Secondo Philip Meyer,( colui, secondo l’Economist, il quale avrebbe previsto la fine dei giornali nel 2043), docente di giornalismo presso l’ Università del North Carolina, sostiene che al momento i giornali per scongiurare la propria fine offrano le notizie come su un buffet “all you can eat”, distibuendo dei prodotti di qualità sempre inferiore che incoraggiano come effetto contrario l’abbandono del mezzo cartaceo. Quello che a suo avviso potrebbe salvare i quotidiani sarebbe il puntare su un contenuto ibrido, puntare su analisi, commenti, reportage che consentano un approfondimento adeguato e contrapposto alla miriade di notizie che impazzano su internet, così da consentire al lettore di avere quella guida che i giornali hanno da sempre rivestito.
Insomma, forse il rito di sfogliare il giornale al bar prima di imbracciare la cartellina e correre al lavoro potrebbe non diventare solo un lontano ricordo. Come tutti i cambiamenti, nel mercato, nella società, nella cultura, bisogna sapersi adeguare, reinventare e l’informazione della carta stampata deve solo trovare la sua nuova posizione, accettando il fatto di non rivestire più il ruolo centrale del passato e guardare al futuro e alle nuove possibilità che le si possono aprire dinnanzi.