L’età media si è allungata, ormai è un dato di fatto. Un uomo di 40 anni nessuno si sognerebbe mai di considerarlo vecchio o inabile in assenza di deficit. Si vive di più, si lavora di più. Il benessere ha portato l’uomo a vivere meglio e questo ne ha conseguentemente allungato la vita. Ma come si può considerare vecchio uno studente a 27 anni?
Si sa gli studi in Italia occupano tempo, tanto tempo. Lo si sente in continuazione l’Italia è in ritardo, l’età media dei laureati è alta, ed è la verità. No, gli studenti italiani non sono meno intelligenti degli altri, semplicemente il nostro percorso di studio è allungato, per tutti.
Arrivati ai 6 anni il bambino accede alla sua prima istruzione, le scuole elementari, qui trascorrerà ben 5 anni e agli 11 passerà alle scuole medie, prova invalsi superata per approdare alle famose scuole superiori all’età di 14 anni. Le scuole superiori durano 5 anni e, se il ragazzo le effettua senza ritardi può arrivare al diploma ai 19 anni, peccato che in Italia di fatto senza laurea non si lavora e quindi sarà costretto a iscriversi in una laurea ed effettuare il famoso 3+2 e finire a 24 anni.
Uno studio dell’Ocse riporta che la transizione dall’istruzione al lavoro è pari a 44,8 mesi, ossia 3 anni e 8 mesi prima di avere un contratto. Perché questo? In un sistema contorto in cui se si vuole lavorare si ha bisogno di esperienza lavorativa, ma non si può fare esperienza lavorativa perché si rischia di perdere i privilegi da studente modello, il discorso è presto fatto.
Molte aziende, se non tutte, richiedono esperienza. Ma come si può maturare esperienza se si passano come minimo 18 anni a studiare per avere un lavoro?
E se qualcuno osa avere curiosità per il proprio campo di studi e voler continuare a studiare? Eresia. Se lo fai sei tagliato fuori dal mondo del lavoro, in automatico. Insomma, hai 24 anni, sei giovane ma non puoi assolutamente permetterti 3 anni (anche se di media sono 4) di dottorato di ricerca. 28 anni senza esperienza lavorativa, game over.
I dati forniti da Almalaurea danno un altro scenario, infatti l’età media di chi giunge alla laurea magistrale è di 27-28 anni, contro i 21 degli inglesi. A creare uno scenario di maggiore sconforto è che se il laureato inglese impiega circa 6 mesi per ottenere un contratto, quello italiano ne impiega 44,8 ovvero arriva alla soglia dei 32-33 anni. Peccato che l’inglese maturi negli stessi anni della ricerca di primo impiego lavorativo dell’italiano, esperienza che lo porterà inevitabilmente a rappresentare un maggiore capitale umano.
La paradossalità di questo scenario è che chi è alla soglia dei 30 anni in Italia, non viene considerato più meritevole di borse di studio nonostante in effetti egli sia uno studente, e così borse per tirocini all’estero così da maturare quella famosa esperienza lavorativa che dovrebbero essere assicurati a ogni studente hanno lo sbarramento di età, così gli altri sussidi.
Ma se la vita si è allungata, non si potrebbe semplicemente allungare l’età per poter avere diritti come studente? E se qualcuno decidesse di fare un percorso opposto: prima lavoro e poi studente? Non bisognerebbe premiare forse tutti coloro che si mettono in gioco anche se superata l’età per ottenere un nuovo titolo di studio: non è forse questo il senso della vita, il superare nuove sfide?