L’acqua è la base della vita. Nessun uomo può vivere senza e qualora facesse questo tentativo insensato morirebbe in solo sette giorni. Per questo è detta bene primario, fondamentale ed essenziale per la vita. Per tali ragioni l’acqua è un bene, forse uno dei più importanti per l’uomo. Non va mai sprecata, un abitante della terra su 5 non ha acqua potabile a sufficienza, stiamo parlando di circa 1,2 miliardi di persone. In 29 paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale, questa non deve mai essere considerata come un qualcosa di dato per scontato.
L’acqua, a mio avviso, è giusto tassarla perché qualora non si tassasse le persone non sarebbero capaci di dargli il giusto valore e ne utilizzerebbero di più di quanto necessario, dando vita a sprechi idrici. Bisogna pagare per avere l’acqua corrente in casa perché dietro a quei tubi c’è il lavoro di molti operai e ognuno di questi ha delle spese da sostenere.
A tale proposito vorrei cambiare la mia domanda iniziale passare dal chiedermi se è giusto tassarla al quale sarebbe la miglior maniera di gestire il problema acqua?
Sebbene l’acqua a mio avviso non debba essere gratuita, nemmeno dovrebbe essere sul mercato al miglior offerente, sono contraria a considerare questo bene essenziale per la vita come se fosse una merce su cui poter lucrare.
L’acqua non è alla pari di un paio di scarpe, ma è il bene più prezioso che possediamo.
Se fosse affidata ad una ditta privata che si occupi della sua erogazione, salirebbero i prezzi perché l’azienda tenderebbe a lucrare sul bene che ha da offrire innalzando il prezzo e portando di fatto chi non se la può permettere a fare sacrifici.
Interessante osservare come nei referendum tenutisi il 12 ed il 13 giugno 2011, la possibilità di affidare la gestione dell’acqua ad aziende private sia stata abrogata da parte degli italiani fronte con un quorum del 54,81%, benché in alcune regioni italiane non sia stata rispettata la decisione popolare come nel caso di “Abbanoa”, ditta privata che gestisce l’acqua in Sardegna facendo di questa, un vero e proprio business.
Uno dei punti stellati di Beppe Grillo, leader del movimento 5 stelle, che enuncia durante i suoi comizi è: “Acqua pubblica”, tuttavia non è ancora chiaro se egli intenda acqua gratuita per i cittadini a carico dello stato, oppure amministrata dallo stato così che il prezzo sia più basso per il cittadino.
Lo stato deve permettere la vita, pertanto l’amministrazione dell’acqua deve essere statale. A questo proposito voglio citare uno degli scritti su cui si basa la nostra civiltà, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani art. 25:
«Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari […]»
Lo stato si deve occupare dei propri cittadini garantendogli il diritto ad una vita onorevole, perché di fatto in Italia il potere elettivo è dei cittadini, e siamo noi a scegliere chi ci rappresenta. Lo stato, di fatto è costituito dai cittadini e dovremo prendere coscienza delle scelte che ci vengono “propinate” dalla politica e, insorgere qualora non rispettino i nostri diritti.
Per tornare al tema principale e rispondere alla mia prima domanda sul se sia giusto tassare l’acqua. Per me, è giusto. In primo luogo perché vi sono delle spese e dei controlli che devono essere fatti perché l’acqua rispetti determinate norme igienico-sanitarie fondamentali per il suo uso potabile, in secondo luogo perché questo è un deterrente per chi ne sprecherebbe più di quanto ne userebbe, del resto siamo nella parte “fortunata” del mondo e dovremo dare un esempio di civiltà.
L’acqua in quanto bene è fondamentale per la salute dell’uomo così come l’aria, ma al contrario di questa non possiamo farne uno spreco, tantomeno nessuno lavora perché questa sia fruibile. L’acqua se è vero non dovrebbe essere gratuita d’altro canto non dovrebbe rappresentare un profitto, e quindi essere fonte di lucro, da privati che sanno quanto sia indispensabile per la vita.
Pongo un’ultima domanda, conclusiva: è giusto che i privati ricavino profitto su ciò che permette la vita? A voi la risposta.