“L’Italia investe sul proprio futuro”. Così Cecile Kyenge, ex ministro per l’integrazione italiano e parlamentare europea, commenta l’approvazione da parte della Camera dei Deputati della nuova legge sulla cittadinanza.

L’esponente dei governo Letta fu la prima ad introdurre nel dibattito politico il tema dello ius soli, tema che pochi giorni fa muoveva i primi passi verso l’ufficializzazione con la maggioranza di “si” alla Camera.

Si parla di ius soli temperato, infatti saranno solo i bambini nati in Italia con almeno un genitore in possesso di un permesso di soggiorno europeo a lungo termine a poterlo ottenere. Per diventare cittadini italiani servirà una dichiarazione da parte dei genitori all’ufficio di stato civile, che avranno tempo fino al compimento dei 18 anni del figlio per fare richiesta. In caso di mancata compilazione delle pratiche prima della maggior età, il soggetto in questione avrà tempo altri due anni per dichiarare di essere in possesso dei requisiti per la cittadinaza italiana.

Con la votazione del 13 ottobre è stato approvato anche lo ius culturae, che permette l’ottenimento della cittadinanza anche da parte degli stranieri entrati in Italia entro i 12 anni di età, che abbiano frequentato con esito positivo almeno cinque anni, o più cicli scolastici nazionali.

La nuova norma varrà anche per i cittadini stranieri in possesso dei requisiti richiesti, che abbiano superato i 20 anni al momento dell’introduzione della legge, ma secondo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle il nuovo testo “crea diversità. Se si ha meno di vent’anni, oggi, allora si può ambire a diventare italiani. Se si hanno più di vent’anni, allora vige la vecchia legislazione e si dovrà pagare anche 200 euro per ogni pratica, perché la legge non è retroattiva».

I pentastellati non sono stati gli unici contrari alla nuova norma. L’approvazione è stata accompagnata dalle urla di «vergogna» della Lega, mentre CasaPound ha organizzato proteste in più di 80 piazze italiane.

Entusiasti invece i membri del Partito Democratico, i cui obbiettivi primari avevano proprio in prima linea l’approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza.

“Si può essere o meno d’accordo su ciò che stiamo facendo, ma lo stiamo facendo: la lunga stagione della politica inconcludente è terminata. Le riforme si fanno, l’Italia cambia. Avanti tutta, più decisi che mai” commenta il presidente del consiglio Matteo Renzi.

“Questa norma è il coronamento delle mie battaglie durante la mia permanenza al governo. La cittadinanza diventa ora un potente strumento di integrazione – conclude Cecile Kyenge – attraverso cui l’Italia può investire sul proprio futuro. Gli stranieri residenti in Italia sono una grande risorsa”.