Quella della disoccupazione è una realtà che ha interessato ed interessa quasi tutte le famiglie in Italia. Stando ai dati ISTAT, ad agosto 2015 il tasso di disoccupazione era dell’11.9% . Dopo l’entrata in vigore del Jobs Act, lo scorso 7 marzo, si registra un aumento degli occupati del +0,8%. A beneficiare dell’aumento sono stati soprattutto gli over 50 (+ 5,8%). Sono calati invece gli occupati tra i 15-34 anni e tra i 34-49.

Sono circa 400 mila i lavoratori over 40 che non riescono a trovare lavoro nel nostro paese e se a questi aggiungiamo i 400 mila esodati e le persone in mobilità arriviamo a quasi 1 milione di cittadini. Gli over 40 sono considerati una risorsa troppo qualificata e onerosa. A loro si preferisce una manodopera più giovane anche se meno qualificata.

Ma cosa significa essere disoccupati a quasi 50 anni?

Per capire meglio le difficoltà che affronta una persona senza impiego a questa età  abbiamo intervistato Marco, 46 anni, nato a Reggio Emilia e padre di due figli, rispettivamente di 13 e 6 anni ed effettivamente disoccupato da quasi un anno e mezzo. Queste, le domande che gli abbiamo rivolto.

Qual è stato il tuo ultimo impiego e perché sei stato costretto ad abbandonarlo?
Negli ultimi anni, diciamo da circa 12 anni, mi sono occupato della gestione e del controllo della produzione di diverse aziende, quindi della gestione degli operai e dell’avanzamento della produzione. Ho lavorato per un colorificio, un’azienda di produzione di articoli da regalo e oggettistica per la casa ed infine per uno scatolificio e prodotti per imballaggi vari. Sono stato costretto ad abbandonare le aziende a seguito della loro chiusura per cessata attività o fallimento.

Quali sono le maggiori difficoltà che devi affrontare nella vita di tutti i giorni?
Sono ovviamente di origine economica, legate alla gestione e il sostentamento dei miei due figli e di tutti i loro fabbisogni, al mantenimento della casa (di mia proprietà), il pagamento di bollette, assicurazione, lavori di manutenzione ordinari e straordinari dei beni da me posseduti.

Quali le difficoltà che hai riscontrato nel cercare un nuovo lavoro?
Sono diverse: innanzitutto sono diminuite le possibilità di ritrovare un posto simile o uguale a quello che svolgevo precedentemente. Le aziende si sono ridimensionate o peggio, hanno chiuso con la conseguente diminuzione dei posti di lavoro. Tendenzialmente le aziende cercano figure giovani, anche se più inesperte e con meno pretese economiche. In generale preferiscono una  figura con 10/15 anni in meno rispetto a me. Inoltre sono sempre più alla ricerca di figure professionali «complete», vorrebbero un dipendente giovane, laureato, con esperienza, che sappia due lingue, che conosca programmi gestionali e altri strumenti.
Altra grande difficoltà nella ricerca di un lavoro è la scomparsa di un contatto diretto con le aziende. Una volta si portava il CV all’ufficio personale e si compilava una domanda di assunzione. Ora, tutto avviene via telematica. Occorre contattare l’azienda via mail, tramite agenzie per il lavoro o centri per l’impiego.

Passo ore del mio tempo a contattare le aziende e ad inviare CV, spesso senza aver il benchè minimo riscontro e questo da quando ho smesso di lavorare.

Ho provato a cercare anche altri ruoli professionali come l’operaio o il magazziniere ma anche in questo caso le aziende o ti rispondono che sei troppo qualificato oppure preferiscono scegliere una persona più giovane.

Quali sono le tue aspettative per il futuro? Sei positivo a riguardo?
Sono sempre stato molto positivo rispetto al lavoro e nella vita in genere. Mi erano già capitati momenti difficili dal punto di vista professionale ma mai così, senza prospettive, con pochissimi contatti e riscontri. Non so cosà faro dal punto di vista professionale in un prossimo futuro. Sicuramente sono molto preoccupato come mai lo sono stato, anche se grazie al mio carattere, sto vivendo questo momento senza troppi problemi.

Cosa significa per te essere disoccupato a questa età?
A 46 anni questa è una situazione pesante dal punto di vista morale. L’impressione è quella di non aver combinato nulla di buono o comunque di aver sbagliato scelte e decisioni professionali.

Ci si sente un po»falliti» e si perdono energie ed entusiasmo

Questa è la testimonianza di Marco, ma sono migliaia le persone a condividere le stesse difficoltà. Perché la crisi non ha colpito solo i giovani -le cui probabilità di trovare lavoro nel lungo periodo sono nettamente maggiori- ma tutti. Il Parlamento Europeo si è detto favorevole alla proposta di garantire un reddito minimo per i lavoratori disoccupati. Misure in questo senso, sono già realtà in tutti i paesi dell’ Unione Europea fatta eccezione per Italia, Grecia e Ungheria.