Il libro si prende, si porta a casa, si dona, si riporta, si sfoglia e non si consuma, quale altro oggetto ha una simile duttilità?
A Madrid, per esempio,hanno avuto proprio una bella idea, si chiama bibliometro ed è una grande scatola-scaffale posta nell’ atrio di alcune stazioni della metro, appunto, dove si prestano gratuitamente libri: una specie di biblioteca portatile nel luogo più inaspettato: ci sono centinaia di volumi da consultare e prendere per 15 giorni. Gli indaffarati utenti possono sfogliare il catalogo disponibile sui display della parete dei bibliometri o su internet.
A Bologna invece hanno inventato un negozio-biblioteca dove portare, scambiare, prendere libri assolutamente gratis, si chiama libri liberi e cavalca l’onda del book-sharing: entri, sfogli e prendi il tuo libro, poi magari lo riporti o magari no.
Ci sono anche nuovi modi di leggere come l e-book con il suo medium, l’e-reader che, dicevano, avrebbero segnato la fine del libro stampata cosi come la tv avrebbe dovuto uccidere la radio. Non è cosi, con ogni probabilità non ci sarà nessun tipo di suicidio letterario, scusate il gioco di parole, il New york times l’ha detto chiaro e tondo poche settimane fa
Ma quanto book-sharing, libri digitali, iniziative delle istituzioni possano aiutare ad incrementare i lettori?Come si fa ad avvicinare alla lettura i meno propensi?
Le statistiche italiane che ogni anno ci vengono propinate con puntualità svizzera cominciano sempre con la solita didascalia “nel paese più bello del mondo non si legge” oppure “il triste primato nel belpaese”. Come dargli torto?
Da sempre l’Italia è affetta da una mancanza cronica di lettori tra i 15 e i 60 anni: nel 2014 chi legge almeno un libro all’anno è il 41,4% della popolazione contro il 43% del 2013. La quota di lettori è superiore al 50% della popolazione solo tra gli 11 ed i 19 anni mentre la fascia di età in cui si legge di più è quella tra gli 11 e i 14 anni (53,5%). E leggono in generale più le donne che gli uomini.
La famiglia è l’ambiente dove si comincia a leggere, dove si innesca il circolo virtuoso del libro tira l’altro: leggono libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 32,7% di quelli con genitori che non lo fanno. ma una famiglia su dieci non possiede libri in casa.
Certo il book sharing ha un merito: dare la possibilità di leggere anche a chi non ha la possibilità di acquistare libri. A questo c’avevano già pensato le biblioteche,diranno giustamente molti, ma nelle biblioteche ci si va apposta, con il book sharing si può incontrare un bel libro nello scaffale del bar dove sei andato a prendere il caffè in pausa pranzo. Magia.
A leggere comunque si impara da piccoli, e quando il libro diventa un amico, non lo si lascia più per tutta la vita. Qualcuno aveva detto che chi va a letto con un libro non dorme mai solo e questo i bambini e le bambine forse lo sanno da sempre ma poi lo dimenticano quando si diventa studenti e si è obbligati a leggere libri arbitrariamente scelti dall’insegnante e compilare quella odiosa scheda sul libro che molti incubi ci ha portato.
Forse a scuola bisognerebbe accostarsi al libro con più delicatezza, contestualizzarlo, sentirlo proprio, conoscere il perché è stato scritto. E tutto ciò comunque non garantisce affinità elettive e sex appeal da colpo di fulmine.
Chissà qual è la risposta giusta alla domanda: come nasce la passione per i libri? Forse lettori si nasce, ma speriamo non sia davvero così.