“Sono un sacerdote omosessuale e cerco l’amore, come tutte le persone su questa terra”. Così proprio un mese fa il mons. Krzysztof Charamsa scuoteva il Vaticano esattamente un giorno prima dell’inizio del dibattito sulla famiglia, in cui si è discusso anche del ruolo della chiesa in merito agli omosessuali.

Parole taglienti che scardinano molti tabù che la chiesa impone ai propri sacerdoti, come il voto di castità e il celibato. In una seconda conferenza stampa, il mons. Charamsa, appare abbracciato al suo compagno il quale lo avrebbe supportato nel suo coraggioso gesto che gli è costato il tempestivo sollevamento da tutte le cariche che copriva, tra cui quella di professore in due università cattoliche Romane e l’allontanamento dalla Congregazione della Dottrina della Fede.

The Vatican ! Nathan O'Nions

The Vatican ! Nathan O’Nions

Cosciente delle conseguenze che le sue parole avrebbero avuto nel mondo cattolico, il messaggio del cardinale era soprattutto rivolto al Sinodo, il dibattito sulla famiglia voluto da Papa Francesco:
“Vorrei dire al Sinodo che l’amore omosessuale è un amore familiare, che ha bisogno della famiglia. Ogni persona, anche i gay, le lesbiche o i transessuali, porta nel cuore un desiderio di amore e familiarità. Ogni persona ha diritto all’amore e quell’amore deve esser protetto dalla società, dalle leggi. Ma soprattutto deve essere curato dalla Chiesa”.

In seguito critica il celibato, definendolo : “una disciplina disumana” perché “una sana vita sessuale è la cosa più bella e fantastica che l’umanità possiede”.

L’obiettivo del teologo è quello di lanciare un messaggio chiaro alla Chiesa Cattolica, “E’ il momento che la Chiesa che amo apra gli occhi di fronte ai gay credenti e capisca che la soluzione che propone loro, l’astinenza totale dalla vita d’amore, è disumana” e ricorda l’omofobia ricevuta tra le mura vaticane definendo”il cuore dell’omofobia della Chiesa cattolica, un’omofobia esasperata e paranoica”.

Le reazioni, ovviamente, non sono mancate, in primis quella del portavoce vaticano padre Federico Lombardi “ si deve osservare che, nonostante il rispetto che meritano le vicende e le situazioni personali e le riflessioni su di esse, la scelta di operare una manifestazione così clamorosa alla vigilia dell’apertura del Sinodo appare molto grave e non responsabile, poiché mira a sottoporre l’assemblea sinodale e una indebita pressione mediatica”.

Eppure lo stesso Charamsa aveva definito “fantastico” l’attuale Papa Bergoglio, dopo le dichiarazioni che aveva rilasciato parlando di una lobby gay all’interno del Vaticano condannado il fatto che le lobby siano malsane, ma riguardo all’omosessualità era stato chiaro

io non giudico, se è una persona di buona volontà, chi sono io per giudicare?”

Anche riguardo al coming out aveva definito la Chiesa come “La casa anche di chi ha il cuore ferito” .

Posizioni che avevano fatto ben sperare le associazioni gay di tutto il mondo, lasciando intravedere una sperata apertura della Chiesa nei confronti di questo tema. D’altronde questo è stato dall’inizio uno dei cardini su cui Francesco ha fondato il suo papato.

Pope visiting Korea | Republic of Korea

Pope visiting Korea | Republic of Korea

Non sono venute a mancare nemmeno le reazioni negative, fra chi parla di “autogol” sottolinenado le tempistiche delle dichiarazioni e i set fotografici di Charamsa per noti quotidiani italiani, come una forma di protagonismo e di autoflagellazione per nulla utile alla causa.

Giusto il tempo di sorbire il colpo di queste dichiarazioni e il Vaticano è ancora sotto i riflettori per un altro scandalo. Risale a pochi giorni fa infatti l’arresto di due alti gradi della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, scatenando lo scandalo di Vaticaleaks bis.

I due sarebbero infatti imputati di aver sottratto alla prefettura vaticana dei documenti economici importanti e di aver registrato una chiamata del Pontefice che discuteva, appunto, di questioni legate alle finanze.

Vaticano sempre al centro del ciclone negli ultimi due mesi e che si appresta ad affrontare un inverno rovente, al contrario delle normali abitudini climatiche.