“Anziana torturata e violentata a Bari da banda di romeni”. Salvini: “Castrazione chimica”, titola il 23 Agosto la cronaca di Bari della Repubblica.it , “Niente pizza e hamburger”: e i migranti bloccano Milano” leggiamo il 24 agosto sul Giornale.it. Questi sono alcuni esempi tra i molteplici che possiamo trovare sfogliando una qualsiasi rivista o navigando sulle pagine web di quotidiani e riviste on line italiane. Più o meno esplicitamente troviamo un informazione impregnata di stereotipi e luoghi comuni. Ma perché? E soprattutto che conseguenze porta un’ informazione del genere?

  • Stereotipo. Ma cos’è realmente?

Il termine stéréotype, fu coniato nel lontano ‘700 da Monsieur Didot, un tipografo che brevettò un nuovo metodo di stampa, nel quale veniva utilizzato un calco in piombo precedentemente impresso da caratteri e righe mobili composti in modo tale da comporre una pagina, tale unico calco consentiva poi di imprimere e stampare infinite volte la medesima pagina. Un procedimento, insomma che consentì di velocizzare non di poco il processo tipografico.

Biblioteca General Antonio Machado (Fondo Antiguo y 1043052 Letra T   Ilustraciones de la obra :   [Glos. ordin. & Nicolai De Lira ; Libellus eiusdem Nicolai de Lira continens pulcherrimas quaestiones iudaicam perfidiam in catholicam fide improbantes]. - [s.l] : [s.n], [s.a]

Biblioteca General Antonio Machado (Fondo Antiguo y 1043052
Letra T
Ilustraciones de la obra :
[Glos. ordin. & Nicolai De Lira ; Libellus eiusdem Nicolai de Lira continens pulcherrimas quaestiones iudaicam perfidiam in catholicam fide improbantes]. – [s.l] : [s.n], [s.a]

Questo termine, poi, col passare del tempo si è esteso anche ad altri campi. Infatti in campo psicologico per stereotipo si intende un insieme semplificato di credenze condivise e ripetute acriticamente da un gruppo sociale su un oggetto, evento, comportamento, o su un altro gruppo sociale che presentino alcune caratteristiche, presunte o vere che siano.

Lo stereotipo poi si concretizza linguisticamente nel luogo comune, ossia un’espressione fissatasi in una certa forma che viene ripetuta meccanicamente e banalizzata. (Treccani).

Stereotipi e luoghi comuni conducono volontariamente o meno alla discriminazione, ossia ad una distinzione, diversificazione attuata nei confronti di persone, cose, eventi, non accettata o condivisa da chi in causa.

  • Perché viene, quindi utilizzato lo stereotipo?

Il linguaggio è lo strumento mediante il quale conosciamo e categorizziamo il mondo con i suoi oggetti e soggetti, esprimiamo le nostre emozioni e sensazioni e attraverso il quale possiamo comunicare.

Pensiamo alla varietà del mondo in cui viviamo, alle immagini che costantemente i nostri occhi si trovano a osservare. Pensiamo, ora ad esempio alle innumerevoli varietà di alberi, ne esistono di frondosi, di altissimi dal tronco bianchissimo, di sempreverdi, di alcuni dalle foglie scure, altri dalle foglie argentee, altri da foglie verdi…ma se pensiamo, generalmente ad un albero ne immaginiamo uno dal tronco marrone, solido e con una folta chioma di foglioline verdi. In questo caso per categorizzare abbiamo utilizzato uno stereotipo. Abbiamo operato una semplificazione che definisce in base a determinate caratteristiche ciò che per noi è il concetto di “Albero”.

Suzanne Bonnefond P1130042 Photo Credit: Luberon (sb) via Compfight cc

Suzanne Bonnefond
P1130042
Photo Credit: Luberon (sb) via Compfight cc

Tale processo di categorizzazione mediante la semplificazione con l’uso dello stereotipo la mettiamo in atto anche quando si tratta delle persone. Rischiando così di rendere fissa e difficilmente mutabile una definizione dell’altro in base a certe sue caratteristiche, e i media in questo procedimento svolgono una parte importante.

Infatti i media veicolano e rischiano di cristallizzare stereotipi per lo più su gruppi sociali andando ad alimentare la discriminazione. Si pensi solo a quanto detto e diffuso sui Rom. (qui un articolo di Internazionale a riguardo)

Il ruolo dei media nella diffusione dello stereotipo, è fondamentale e i mezzi di comunicazione di massa dovrebbero sempre tenerlo a mente per operare un’informazione il più possibile corretta. Ma vuoi per interessi editoriali, per interessi politici, per interessi economici, sembra contare di più vendere, fare share, ottenere visualizzazioni relegando l’informazione corretta in secondo piano.

I mass media, sempre più rappresentano uno strumento di svago, guardati, letti o ascoltati per soddisfare i propri desideri o bisogni, per confermare il proprio punto di vista o semplicemente per svagarsi. Essi rappresentano per gli utenti anche una realtà contemporanea simbolica con la quale confrontarsi e conformare la propria idea della realtà, oggi una “realtà” prodotta più rigida e “reale” di quella che possiamo osservare direttamente non filtrata dai media. I mass media rappresentano, inoltre, per l’utente, lettore, ascoltatore, un modello dal quale apprendere modelli sociali da poter riprodurre, o una fonte dalla quale attingere per poter giudicare, valutare un avvenimento e spesso anche per valutare quali temi siano o meno prioritari sui quali discutere e pensare.

Di ciò chi fa informazione dovrebbe tenerne conto, e produrre proprio per questo un’informazione il più possibile corretta non basata su semplificazioni, banalizzazioni e stereotipi.