Yulin festival e la Corrida sono due manifestazioni molto conosciute al pubblico che hanno scatenato l’indignazione del web per il trattamento riservato agli animali durante le stesse.
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Yulin festival: cos’è? Ma soprattutto perché?
Come ogni anno il 21 giugno si è svolto il festival a Yulin, città-prefettura nella Regione Autonoma di Guangxi Zhuang, per festeggiare il solstizio estivo.
Il festival è conosciuto in tutto il mondo come la mattanza dei migliori amici dell’uomo, infatti ogni anno vengono macellati circa 10mila cani. La tradizione cinese vuole che ogni uomo perché viva in salute tutto l’anno debba mangiare carne di cane e bere alcol durante la festa, ma come spesso accade la tradizione si scontra con la sensibilità delle masse.
La movimentazione collettiva del web e le numerose firme alle petizioni di numerose ong tra cui Animals asia e change.org, hanno portato sotto le luci dei riflettori il fatto rendendolo di rilevanza globale.
Il problema maggiore del festival è l’avvelenamento dei consumatori (oltre alla scarsa etica nei confronti degli animali). Se al principio i cani venivano allevati e vaccinati in modo da essere innocui per la salute dell’uomo, adesso così come riporta il quotidiano La Stampa i consumatori rischiano l’avvelenamento perché i cani macellati sono di dubbia provenienza.
Non esistendo un sistema di allevamenti, sottoposti a controlli sanitari, il rischio della rabbia è molto alto. La Cina è il secondo paese al mondo con il più alto tasso di persone infettate dal virus e, secondo quanto riportato dal ministero della salute pubblica cinese, la provincia di Guangxi, dove si trova Yulin, ha il tasso più elevato del paese. Yulin è fra le dieci città con il maggior numero di casi di infezioni in Cina.
Nonostante le numerose proteste sia dei locali che degli stranieri nel 2015 il festival è stato celebrato ugualmente, tuttavia se non ci si dimentica dell’accaduto è possibile che nei prossimi anni si arrivi ad una soluzione.
Spostandoci dalla Cina all’Europa il problema non riguarda i migliori amici dell’uomo ma i tori che vengono utilizzati per la corrida. Questa è una tradizione che a stento uno straniero si riesce a comprendere, soprattutto perché coloro che la guardano e che la vivono sono appartenenti alla civilizzata Europa.
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Ma che cos’è la corrida? In cosa consiste?
La corrida si svolge principalmente in tre atti: tercio de varas, tercio de banderillas e tercio de muleta. Nella prima fase il toro esce dal cancello del proprio box ed effettua un giro dell’arena nel mentre il torero studia il toro per comprendere forza ed agilità e lo incalza con il capote, un drappo di tela irrigidita. I picadores, giunti a cavallo hanno lo scopo di dare colpi di pica (di circa 180 centimetri con una punta in metallo) nella carne del toro, per legge taurina è previsto che almeno due siano i colpi al “morillo” cioè alla base del collo.
Nella seconda fase ovvero il tercio di banderillas, entrano i tre banderilleros che infilzano il toro con delle piccole aste di circa 70 cm a cui sono legati dei nastri. Lo scopo è quello di rivitalizzare il toro che può essere stremato dopo il tercio de varas o migliorare alcuni difetti del toro come ad esempio il tendere da una determinata parte.
La terza ed ultima fase è forse quella più conosciuta, ovvero il tercio de muleta. Il torero sostituisce il capote con il nuovo drappo la “muleta”, più fine e dal colore scarlatto che tiene su una sola mano, nell’altra mano ha la spada da lidia ovvero una spada ornata ma non eccessivamente affilata. Il toro a questo punto della corrida ha i muscoli del collo lesionati pertanto avrà la testa abbassata, questo avviene perché i picadores danno colpi di asta proprio alla base del collo. Il torero deve cercare di dare un colpo preciso entro il decimo minuto tra le scapole del toro così da trafiggergli il cuore. Se entro il tredicesimo minuto il torero non ha finito il toro, utilizza una spada detta estoque de descabellar. Se entro il quindicesimo minuto il torero non ha ancora ucciso il toro sarà un peones a farlo per lui ed il torero verrà fischiato.
Molti si sono dichiarati apertamente contrari alla corrida tra questi il governo catalano che dal 2012 ha abolito le corride e le isole canarie che dal 1991 hanno vietato la manifestazione all’interno della propria giurisdizione.
Non bisogna dimenticare nel giudizio in riferimento alle suddette manifestazioni, che sono intrise di tradizioni molto spesso poco comprensibili a chi le vede dall’esterno, non solo da spettatore ma soprattutto da straniero esterno a quella cultura, da qui la vera domanda: è corretto sostenere l’importanza delle tradizioni anche laddove ci si scontra con la sensibilità altrui in merito ai diritti degli animali?