Oramai è un dato di fatto. Gli Italiani leggono sempre meno. Ogni anno le statistiche non fanno altro che riportare tristemente come la popolazione italiana si allontani dalla lettura.
L’Istat, come ogni anno ha condotto le sue ricerche e il dato deprimente del 2014 è stato che nei 12 mesi precedenti all’intervista solo 23 milioni 750 mila persone dai 6 anni in su hanno dichiarato di aver letto almeno un libro per motivi non legati allo studio o professionali. Insomma il 41,4% della popolazione. Percentuale ancora inferiore rispetto a quella del 2013 che registrava almeno il 43%.
A questo si collega una pesante crisi dell’editoria che vede il 40% degli editori morire, un 15% che muta e si rinnova e solo il 45% non in immediato pericolo. Quelle a sopravvivere sono le grandi case editrici che sempre più spesso sono costrette a fusioni prospettando un mercato sempre più in mano di pochi.
Gli unici settori che ad essere in controtendenza sono l’area dei libri per ragazzi che registra un andamento positivo con un 18,6% in più di titoli pubblicati rispetto al 2012 e il mercato digitale che presenta una crescita del 25% (AIE), anche se i libri in formato digitale sono stati acquistati solo da 5 milioni di persone, una percentuale ancora piuttosto bassa. Mentre la fascia d’età che sembrerebbe leggere di più è rappresentata dai ragazzi che vanno dagli 11 ai 14 anni (il 53,5%).
Come Luca Sofri ha argutamente indicato la crisi della lettura è una diretta conseguenza delle nuove tecnologie, che hanno fatto si che vengano privilegiati testi brevi e rapidi al posto di testi lunghi. Le nuove tecnologie, inoltre hanno provocato una contrazione del tempo, una costante massimizzazione delle ore e minuti che si hanno a disposizione e ciò mal si coniuga con il tempo della lentezza che caratterizza la lettura di un libro.
Queste tendenze c’è da dire che si applicano sia alle versioni cartacee dei libri che ai formati digitali. Quello che andrebbe promosso è un’educazione alla lettura e alla cultura. Alla riconversione dell’immagine della cultura vista come buon tempo speso per costruire le fondamenta della propria personalità.
Vero è che i più giovani sono i maggiori utenti di internet e delle nuove tecnologie, perciò potrebbero avvicinarsi alla lettura mediante l’utilizzo di e-readers, essendo un supporto digitale al quale si possono approcciare nello stesso modo di altri supporti che non mancano mai nelle loro borsette o tasche dei pantaloni. Gli ebook, c’è da dire inoltre che presentano non pochi vantaggi. Pensiamo alle nostre spalle o schiene indolenzite per il peso della borsa o zaino che contiene uno o due volumi. Gli ebook hanno l’indubbio vantaggio di consentire di avere la propria biblioteca sempre a portata di mano su un unico supporto che pesa pochi grammi. Un altro grande vantaggio è quello di risparmiare un cospicuo utilizzo di carta, inchiostro ed energia che normalmente vengono impiegati per produrre un libro. Ma pensare che sostituiranno completamente i libri stampati per la maggior parte delle persone non è plausibile, questo perché non sono tangibili a differenza di un libro, del quale si possono sfogliare le pagine, sentirne l’odore, soppesarlo, contare le pagine che mancano per terminare il volume, inoltre un formato digitale non da l’ idea di essere durevole, che si possa conservare, ma di qualcosa che anche solo per un errore o virus possa scomparire.
L’ipotesi più probabile è perciò che i due formati possano convivere, magari utilizzati entrambi in contesti diversi, ma quello che è fondamentale in prima battuta è avvicinare gli Italiani alla lettura, se no discutere su quale supporto poter leggere delle parole che rimangono scritte perché nessuno le legga non ha alcun senso.