Italiani, popolo di grandi viaggiatori, aperti all’avventura e con un buon spirito di adattamento. Sì, ma c’è anche da dire che ci sono cose della sua terra a cui l’italiano proprio non può rinunciare, anche se negli anni ha provato in tutti i modi ad esportarli al di là dei confini della penisola.

10 MANCANZE DI CASA

1. La famiglia
Come non principiare il nostro elenco con un sempreverde bisogno italiano. Quello che ci mancherà sempre quando decidiamo di allontanarci da casa sarà la famiglia. Siamo un po’ mammoni e non proviamo nemmeno vergogna per esserlo, anzi. Quando viaggiamo, però, oltre che la mamma a ricevere il nostro costante pensiero (e chiamate Skype – videomessaggi – sms) saranno anche padre, fratelli e sorelle, nonni, nipoti, cugini fino al quinto grado e via dicendo.

Il caffè

Il caffè

2. Il caffè
Altra cosa basilare della quale l’italiano proprio non può fare a meno è il caffè e non a caso è al secondo posto dopo la famiglia (anche perché tanto, quello più buono lo fa sempre la mamma). La maggior parte degli italiani asserisce di non poter connettersi con il mondo se al mattino non si scola un cicchetto di caffè. E per inciso, il Nescafè non è caffè. A quella sottilissima fetta di popolazione che vivere senza, be’, tutta la mia invidia per quando andate all’estero.
3. La pizza
Rimaniamo nella fascia vitale della classifica: la pizza. Sebbene la facciano – o almeno provino a farla – in tutto il mondo, all’italiano all’esterno manca e mancherà sempre la pizza italiana. Sarà il grano, sarà l’acqua o il pomodoro, non si sa cosa manchi esattamente agli altri paesi – a parte il sale in zucca nell’usare il ketchup – ma la pizza nei confini nazionali è tutta un’altra pasta. Punto.

L'aperitivo. Photo credits: Hanna Lee via Compfight

L’aperitivo. Photo credits: Hanna Lee via Compfight

4. L’aperitivo
Guadagna il quarto posto, sgomitando con i concorrenti, l’aperitivo. Non è un semplice drink preso in giro dalle 18:30 in poi del pomeriggio: l’aperitivo è uno stile di vita. Il vino, o birra o cocktail o un analcolico, del dopo lavoro – pre serata, è l’appuntamento preferito dagli italiani e se ne sentirà la mancanza dopo un lungo periodo fuori. Non si sa perché nemmeno lo stile spagnolo delle tapas possa competere con l’aperitivo, sarà che le pizzette degli stuzzichini sono proprio buone (vedi punto 3).
5. Il parlare italiano
Parlare italiano non è solo esprimersi nell’idioma neolatino. Parlare italiano comprende detti, frasi, richiami, dialetti e l’immancabile linguaggio non verbale. Non essere compreso quando vuole dire – a gesti – “sei impazzito?” oppure “vai via” oppure “ma che acciderbolina stai dicendo”, gli crea una certa sofferenza, nonché tanti malintesi. C’è da dire però che quando si trova all’estero e legge o ascolta musica italiana, lui si inorgoglisce pensando: “siamo arrivati proprio ovunque”. E quando proprio non ne può più di parlare un’altra lingua, l’italiano ci proverà a dire qualcosa come: “Dov’è il bagno?” o anche solo “Grazie – Ciao – Buongiorno”. Strano ma vero, tutti lo capiranno.
6. Radio Maria
Prima che il primo di voi dica soltanto una parola, io mi salvo e vi spiego. Molti di noi trovano questa stazione radio onnipresente e a detta di qualcuno “prende anche nei citofoni”. Però non si può negare che Radio Maria significa casa. Non è bello guidare in galleria a Londra o Parigi cambiando distrattamente stazione radio e non provare l’ebbrezza di pensare “Ah qualcosa prende anche qui” fino al primo “preghiamo” che ti fa rendere conto di dove le frequenze dal potere superiore ti abbiano condotto. E subito lì premere il pulsante e tornare ad ascoltare il rumore del niente. Ditemi che non è ruotine di casa, questa.

Il bidet. Photo credits: Patrick Schulze via Compfight

Il bidet. Photo credits: Patrick Schulze via Compfight

7. Il bidet
“C’è il bidet in questo hotel?!” e l’italiano potrebbe piangere dalla commozione. Ormai lo sa – anche se si ostina a rimanerne sempre sorpreso – che all’esterno non fanno uso di questo magico e indispensabile apparecchio sanitario usato per l’igiene intima, dice Wikipedia. Nessuno si spiega perché la presunta invenzione (con tanto di nome) francese sia obbligatoria solo in Italia. Chi ne soffre davvero la mancanza, può anche comprarne uno portatile. Una genialata.
8. Il parrucchiere
Questo punto potrebbe essere valido non solo per l’italiano all’esterno, ma anche per chi si trasferisce da una regione – addirittura provincia – dell’Italia all’altra. Non c’è hair staylist che valga più del parrucchiere del tuo paese. Come li taglia lui i capelli, nessuno mai. Sarà che solo Pino – o Dino, Nino (o comunque gente dal nome facile, sarà marketing casalingo) – conosce quale sia stata l’evoluzione del tuo capello, quali esperimenti malriusciti tu abbia già provato e quanto tu stesso ti piaccia solo con “la solita spuntatina”.
9. L’altro sesso
Va bene andare all’esterno a cercare di piantare le bandierine o conquistare i territori stile Risiko, però squadra che vince non si cambia. All’uomo italiano piace la donna italiana, e viceversa – con le dovute eccezioni. Grazie a geni sviluppati negli anni, grazie a millenni di evoluzione dal punto di vista della seduzione, un italiano riconoscerà sempre un’italiana – e viceversa – anche a Timbuktu. E ci proverà.
10. Dulcis in fundo
E la lista la chiudiamo al punto 9. Sarà che da brava italiana mi piace lasciare aperte (incompiute) le possibilità. La numero 10 potrebbe essere tanto banale quanto riassuntiva, perché all’italiano, quando va all’estero, manca l’Italia. Punto.