Uno, nessuno, centomila era il nome di una famosa opera di Luigi Pirandello, illustre autore italiano che presentava la sua teoria delle maschere. Cosa sono?
Ognuno di noi indossa una maschera, lo può fare per il proprio lavoro mostrando un sorriso anche al cliente più esigente nonostante i propri problemi familiari oppure può portare una maschera per evadere momentaneamente dalla sua timidezza e imbarazzo creando un account in una chat room.
Da quando la tecnologia ha progredito e tutti possono accedere ad internet tramite un computer, le distanze sono diminuite tra le persone potendo contattare persone che vivono in posti a migliaia e migliaia di chilometri ma al contempo i rapporti sociali sono diminuiti, sempre più le persone preferiscono approcciarsi sui social piuttosto che conoscerle di persona.
Le maschere delle chat room
Intendo per chat room, tutte le “vetrine” in cui è possibile conoscere le persone attraverso le foto e contestualmente contattarle come l’esempio di badoo, meetic, facebook e così via. Le maschere sono quelle che noi stessi ci mettiamo come a carnevale, se vogliamo mostrarci più belli, biondi, attraenti basterà cercare qualche foto di attrici o modelle, cambiare qualche parte con Photoshop e saremo lodati per la nostra nuova forma fisica, il nostro sorriso perfetto e così via.
La gente si costruisce delle vite alternative perché la propria esistenza non è accettata socialmente, non aderisce agli standard propri del “socially correct”, persone che non aderiscono ai canoni di bellezza odierni o la cui vita non è delle più rosee. Il creare un account fittizio sui social o su siti d’incontri permette loro di arginare la solitudine, questa è una falsa medicina che permette di rendere sopportabili i problemi e distaccarsi seppure virtualmente dalla realtà, ponendo sul viso la maschera di un altro sé.
Il libero accesso alle comunità virtuali ha riformato i rapporti sociali, modificando le abitudini. Non pochi sono i programmi che si occupano di sensibilizzare l’utenza sugli usi negativi di internet, tra questi uno dei più rinomati è catfish (format di mtv) che mostra come le persone siano in realtà diverse rispetto a quanto dichiarano, non solo fisicamente ma anche personalmente e, che alcuni approfittino di altri per ricevere regali e quant’altro da pseudo-fidanzati via internet.
Il problema dell’identità
Bisogna comprendere affondo il punto principale del tema così da afferrare le conseguenze. Tutto si basa sul problema dell’identità, se da una parte vi è la creazione di una nuova identità che, permette di plasmare un nuovo sé, un nuovo contesto, nuove amicizie dichiarate seppure anche queste siano il frutto della propria immaginazione, contro una realtà demotivante che non si riesce a cambiare o senza prospettive.
Il creare una maschera è sinonimo di cambiare se stessi, benché la finzione funga da panacea per la propria vita, la vita supera sempre la maschera.
Dai risvolti più inquietanti è invece il caso dell’identità celata, in questo caso il bullo crea un account fittizio che non possa essere ricollegato alla sua persona, pensando di poter perpetrare degli atti di bullismo online (detto anche cyberbullismo) senza che vi siano conseguenze.
Il cyberbullismo: che cos’è?
Quasi tutti sanno cosa sia il bullismo, ovvero la presa in giro a scuola perpetrata da qualche compagno di classe che porta all’emarginazione sociale e alla solitudine della vittima. Il cyberbullismo differisce dal bullismo perché questo avviene via internet senza che la vittima possa conoscere il volto del suo carnefice, il tipo di attacco è continuo e sistematico e può avvenire sia attraverso i social network sia attraverso i messaggi.
Vi sono alcune differenze tra il bullismo ed il cyberbullismo:
- Il molestatore è anonimo o sconosciuto, è difficile per la vittima riuscire a comprendere chi sia l’aggressore
- Difficile contattare il bullo per porre rimedio qualora gli attacchi avvengano attraverso forum o social network
- Nessuna remora etica, proprio perché il bullo crede di non poter essere scoperto
In Italia si sta discutendo sul come gestire e creare contromisure per i casi di cyberbullismo. L’organo statale che si sta occupando della questione è la polizia postale che riesce a risalire all’aggressore attraverso le tracce che i computer lasciano quando accedono alla rete internet.
Il cyberbullismo così come il bullismo costituisce una violazione del codice penale e del codice della privacy (D.Lgs 196 del 2003), pertanto è punibile e perseguibile dalla legge. Sebbene la polizia postale si occupi dei casi di bullismo più problematici, qualora il bullo non superi determinati limiti la polizia non può intervenire, anche la semplice divulgazione di informazioni private non viene considerata né diffamazione né cyberbullismo se questa avviene entro certi limiti, sebbene i risvolti di tali atti per le vittime includono solitudine, depressione e persino tendenze al suicidio.