Due passaporti, uno grigio e l’altro blu su entrambi si legge “ Alien’s Passport”, “Nepilsoņa Pase” e “Valsimaalase Pass”. Non sono i passaporti di marziani, bensì passaporti emessi dagli stati della Lettonia e dell’Estonia ai non cittadini.

Photo Credit: moMents fiXats via Compfight cc  moMents fiXats Pasaporte

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moMents fiXats
Pasaporte

Ciò può provocare un po’ di confusione. Estonia e Lettonia, infatti sono tra gli unici stati a riconoscere lo status di non-cittadino, che è ben differente da quello di stranieri o apolidi. Infatti per non cittadino della Repubblica Lettone o Estone si intende una persona residente permanentemente nei rispettivi territori che non necessita di permesso di soggiorno ma privo di cittadinanza.

  • Perché esiste tale situazione?

Bisogna fare alcune premesse per inquadrare meglio la situazione. I territori Baltici da diversi secoli si sono composti di una popolazione eterogenea, infatti all’epoca dell’Impero zarista si registrava già una forte presenza russa che aumentò maggiormente dopo il 1944 quando le tre regioni vennero annesse all’URSS, che avviando un’ opera di industrializzazione in tali aree favorì una cospicua immigrazione da parte della popolazione russa. Così nel 1991 quando Estonia, Lettonia e Lituania ottennero l’indipendenza dall’URSS una buona parte della popolazione era di etnicità russa. Le nuove repubbliche si trovarono, in questo modo a dover fronteggiare il problema in merito ai requisiti in base ai quali rilasciare la cittadinanza delle neo repubbliche. Mentre la Lituania optò per il criterio dello Jus solis concedendo la cittadinanza lituana a tutta la popolazione residente purché fosse precedentemente cittadina sovietica, Estonia e Lettonia in base al principio dello Jus sanguinis concessero le rispettive cittadinanze solo ai discendenti delle persone che risultavano residenti nel paese il 16 giugno 1940, lasciando in Lettonia 1/3 della popolazione di cui ¾ russi e in Estonia 2/3 popolazione di cui ¼ di russo privi di cittadinanza.

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Fabio de Pietro
Take ME!

Ad oggi, però la situazione non è mutata di molto. Infatti la Lettonia è un paese di circa 2 milioni di persone e di queste 300 mila non possiedono una cittadinanza dei quali due terzi di questi sono di origine russa. L’Estonia, invece conta circa 1 milione e 300 mila abitanti e di questi l’8% risulta essere non-cittadino, per lo più di origini russe.

In cosa si differenzia un non-cittadino da un cittadino?

Innanzitutto essi non hanno diritto di voto, possono votare solo a livello municipale. Sono tenuti a versare le tasse in quanto residenti e lavoratori, seppur l’area lavorativa presenta delle limitazioni. Infatti essi non possono ricoprire diverse mansioni nel settore pubblico, non possono essere impiegati a livello statale, non possono lavorare in polizia né svolgere la professione di giudice. Anche nel settore privato hanno delle limitazioni in merito alle professioni che non sono autorizzati a svolgere come ad esempio avvocati, investigatori privati, notai ecc. I diritti in merito alle acquisizioni di immobili sono limitati. Non possono avere il porto d’armi e pur avendo diritto ad una pensione i contributi vengono riconosciuti e calcolati solo a partire dagli anni successivi alla proclamazione dell’indipendenza.

Photo Credit: josef.stuefer via Compfight cc  josef.stuefer Kolga, Estonia

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josef.stuefer
Kolga, Estonia

Come si può ottenere la cittadinanza Lettone o Estone?

Gli stati dell’Estoni e della Lettonia riconoscono la cittadinanza a chi superi un esame che comprovi la conoscenza delle rispettive lingue e culture, della storia e delle istituzioni del paese e la conoscenza dell’inno nazionale.

A questo punto sorge spontanea la domande del perché così tante persone a tutt’oggi risultano sprovviste di cittadinanza?

Alcune delle cause le possiamo trovare nel fatto che molti non-cittadini di origini russe non conoscano il lettone o l’estone non avendo mai avuto necessità di doverlo apprendere durante l’occupazione dell’URSS, e soprattutto per persone anziane imparare una di queste due lingue risulta particolarmente difficile appartenendo al ceppo linguistico ugro-finnico che è completamente diverso dalle lingue slave nella quale rientra il russo. Un’ altra ragione che si è delineata ben più di recente è che conservando lo status di non- cittadinanza è possibile spostarsi all’interno di territori russi senza la necessità di possedere un visto e allo stesso tempo di muoversi all’interno dell’area di Schengen senza particolari problemi. Inoltre i giovani privi di qualsiasi cittadinanza sono esenti dal prestare servizio militare.

11th Youth Song and Dance Celebration / Estonia 2011 / Day 2 Photo Credit: Mait Jüriado via Compfight cc  Mait Jüriado maa ja ilm

11th Youth Song and Dance Celebration / Estonia 2011 / Day 2
Photo Credit: Mait Jüriado via Compfight cc
Mait Jüriado
maa ja ilm

 

Indubbiamente la situazione nella quale vertono i non-cittadini di Lettonia ed Estonia è atipica e oggi più che mai c’è l’auspicio che venga risolta, soprattutto dopo che Estonia e Lettonia sono entrati a far parte dell’Unione Europea nel 2004. Infatti l’Unione Europea sta facendo pressioni affinché vengano regolarizzati i non-cittadini. Per ora i rispettivi stati si stanno dedicando a semplificare i requisiti posti per ottenere la cittadinanza e la concedono automaticamente a tutti i nuovi nati in territorio nazionale a partire dal 1992 lasciando così intravedere la fine di questo impasse politico.