Europa è una delle parole che più spesso si leggono sui giornali. Ognuno discute su cosa sia l’Europa, sul come ci si senta “traditi” dall’Europa.
L’Europa di per sé non è nulla, è un costrutto geo-politico che è diventato un organismo di unione tra tutti i paesi sulla base dell’unione monetaria. Ma è davvero così?
Quello che realmente unisce ogni paese europeo è la bce oppure la cultura che fa da sfondo a quest’unione politica?
“La Grecia fuori dall’euro!” tuonavano i notiziari fino a qualche mese fa, ma nessuno rifletteva sul fatto che qualora la Grecia fosse uscita davvero dall’euro, la stessa stabilità dell’Europa sarebbe stata intaccata. La cultura europea è basata prima di tutto sulla cultura greca, il greco è stata una delle prime lingue di scambio tra i paesi, tra le prime fonti di letteratura e se vogliamo essere considerati colti e non barbari (anche la prima accezione del termine barbaro inteso in caratteri europei è di origine greco, infatti Aristotele considerava barbaro qualsiasi persona fosse fuori dalla città ovvero dalla polis greca e che non fosse capace di parlare la lingua ovvero il greco).
Trovo interessante osservare come l’unione monetaria se in principio fu un’ottima idea, di fatto sia diventata fallimentare. L’Europa è fondata sull’insieme delle molteplici culture dei paesi che la compongono, ognuno di questi stati ha in sé differenze territoriali come la presenza di materie prime, il tipo di economia che le caratterizza ecc. Vedere l’Europa come ammasso di stati autonomi che vengono posti assieme solo nel pagare le tasse è un insuccesso, proprio perché in base alle caratteristiche territoriali alcuni paesi hanno minori ricchezze rispetto ad altri, da questo ne derivano modelli economici differenti.
Nel saggio politico kantiano “Per la pace perpetua” egli ipotizza l’idea di un’Europa in cui i paesi siano autonomi ma al tempo stesso uniti da politiche comuni come se fossero parte di un super stato unito dal diritto, munito di un unico esercito (a cui i paesi avrebbero partecipato a seconda della popolazione) e sotto le stesse leggi. Sebbene lo stato kantiano sia un’ipotesi datata, è meno paradossale di quanto possa sembrare in un primo momento.
Qualora i paesi europei avessero davvero un’unica testa, non si penserebbe mai all’allontanamento di un paese costituente dell’Europa ma che i debiti di quel paese siano dell’Europa intera. Non può esistere a mio avviso l’idea di un Europa basata solo sulle tasse senza che vi possa essere un’idea di diritto europeo o nessuna costituzione alla base (idea definitivamente abolita dal 2004), senza che ogni cittadino abbia gli stessi diritti in materia di welfare da un paese all’altro, senza che vi sia lo stesso progresso da uno stato all’altro o la stessa pressione fiscale.
In uno stato così delineato non viene meno la singolarità, come in una famiglia composta da più membri in cui ogni membro è diverso dagli altri ma appartiene comunque allo stesso nucleo familiare.
L’idea di uno stato comune regolato da un diritto interno uguale per tutti gli stati aderenti, permetterebbe di fatto un’eguaglianza di diritti su grande scala che porterebbe a maggiore equità per tutti.