L’estate del 2012, nel Lazio, località Pantanacci, il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza ha interrotto uno scavo clandestino, recuperando una grande quantità di materiale votivo destinato al mercato antiquario internazionale. Data la situazione di emergenza e l’indubbio interesse archeologico del sito, è stata avviata immediatamente una prima campagna di scavo.
Così, il sequestro degli oggetti e lo scavo archeologico condotto dalla soprintendenza del Lazio hanno portato alla luce un’incredibile quantità di ex voto anatomici, il cui progetto di catalogazione si sta realizzando oggi.
La particolarità del sito consiste in una stipe votiva per il culto di Giunone Sospita all’interno di un antro naturale, anticamente modificato ad adattato alle necessità della religione. Gli oggetti donati che sono stati rinvenuti, appartengono a tipologie differenti, ma nel complesso si datano tutti intorno al IV-III sec. a.C. (ceramiche a impasto, a vernice nera, ex voto anatomici).
Questo rappresenta un unicum della stipe dei Pantanacci, non essendo mai stato ritrovato altrove nulla di simile.
Inoltre, il sito riporta un’ulteriore particolarità. Caratterizzato da un ambiente rupestre immerso nella vegetazione profonda, si presenta come nell’antichità ed è in grado di suscitare il senso di un rapporto ravvicinato con la divinità salutare.
La stipe votiva rinvenuta offre, dunque, un quadro che permette di delineare un contesto sacrale ben definito. Data la particolarità del ritrovamento e il pregio sia quantitativo che qualitativo del materiale, il sito rappresenta una delle realtà archeologiche di maggiore interesse scientifico degli ultimi anni nel panorama italiano e laziale, in particolare.
L’area albana non è nuova a ritrovamenti di depositi votivi, testimonianza di una sacralità diffusa. I materiali ritrovati offrono una testimonianza di una fede semplice che nell’oggetto esprime il desiderio o il ringraziamento, per una guarigione o un evento importante della vita.
Oggi, si mira alla valorizzazione del sito nell’ambito di un percorso didattico collegato al vicino tempio di Giunone Sospita e con l’inserimento di questi particolari reperti archeologici. Per questo, sono in corso le operazioni di pulitura e classificazione, in vista di uno studio complessivo.