Dal sempre verde “vengono a rubarci il lavoro”, al “sono tutti delinquenti”, fino al neonato “vogliono l’iphone”, le storie fasulle inventate dalla propaganda anti immigrazione per mistificare e creare terrore verso coloro che ogni giorno approdano sulle coste europee sono moltissime e più gigantesche sono le bufale, più sembra veloce la riproduzione di nuovi piccoli Salvini.
Ma se è tanto facile creare bugie, basta la realtà per smentirle.
Di seguito una carrellata di ciò che di falso è stato detto in Italia sugli immigrati.
- I NUMERI: Nel 2015 sono arrivati in Europa 150.000 migranti, dei quali 74.049 in Italia. Dati che non lasciano indifferenti, ma che secondo l’Organizzazione Internazionale per i Migranti non sono eccezionali, “considerando che gli europei sono complessivamente più di 500 milioni. Secondo l’OIM, non bisogna considerare questo fenomeno come “un’invasione”, soprattutto se si prende in considerazioe ciò che accade al di fuori dei confini dell’Unione Europea (ad esempio il Libano, che conta una popolazione di 4 milioni, ospita 1,5 milioni di rifugiati siriani. La Turchia, invece, ne ha accolti quasi 2 milioni)”.
- SONO TROPPI? Secondo i dati del Ministero dell’Interno, delle 170 mila persone approdate sulle coste Italiane, 66.066 sono stati ospitati nelle strutture di accoglienza temporanea.
Secondo il rapporto del Centro Astrulli, l’Italia è infatti sempre più considerata un paese di transito.
Secondo i numeri non esiste nessuna emergenza, mentre continua ad essere necessaria una ridistribuzione tra regioni del numero di migranti. - I MIGRANTI RICEVONO SOLDI DALLO STATO ITALIANO? I tanto controversi 35 euro giornalieri, sono destinati ai Cas, centri di accoglienza straordinaria, ovvero le cooperative di cui i comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza. L’importo non è definito per decreto ma da una valutazione sui costi di gestione dei centri. Agli ospiti dei centri vengono destinati 2,5 euro, il cosiddetto poket money, per le piccole spese quotidiane.
- ALBERGHI DI LUSSO? I migranti non vengono alloggiati in alberghi a cinque stelle come sostiene Matteo Salvini. Quando sbarcano ricevono una prima accoglienza nelle vicinanze degli sbarchi per poi essere smistati nei centri per migranti o richiedenti asilo, ed in caso di assenza di posti sul territorio i prefetti si rivolgono anche a strutture alberghiere che, soprattutto in bassa stagione, danno la loro disponibilità ad ospitare persone (sono i cosiddetti Cas, centri per l’accoglienza straordinaria).
Nella maggior parte dei casi l’accoglienza negli alberghi è assolutamente ordinaria: un letto, un pasto e un posto dove lavarsi. - I MIGRANTI ARRIVANO SUL BARCONE: La polemica parte dal fatto che un viaggio su un barcone costa diverse migliaia di euro, ed in molti si chiedono come i migranti possano permettersi un simile importo. In realtà solo un esigua minoranza di migranti arriva via mare. Secondo un rapporto Frontex stilato ad aprile del 2015, le persone arrivate approdate alle coste europee sono 23 mila, a fronte delle 34 mila arrivate via terra attraverso la rotta dei Balcani Occidentali.
Invece le possibiltà di arrivare via aria sono poche: la maggior parte dei cittadini extra Ue hanno bisogno di un visto per salire su un aereo ed ottenerlo è spesso impossibile. - ARRIVANO CON IL TELEFONINO: Pambuzuka News, sito di un’agenzia no profit, spiega come l’immagine di un giovane siriano o eritreo che scappa brutali guerre civili, sia inconciliabile agli occhi di un europeo con quella di un individio che usa uno smartphon o un social network. Chi non soffre in modo permanente e non si comporta da vittima non è quindi degno di empatia.
- SONO TUTTI DELINQUENTI: secondo l’Istat dagli anni novanta ad oggi, il numero degli stranieri in Italia è aumentato di oltre il 250%, mentre il tasso di delinquenza è rimasto stabile.
- CI RUBANO IL LAVORO: secondo la Banca d’Italia “la crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani” perchè il lavoro straniero in Italia abbia in realtà colmato un vuoto creato dalla mancata crescita demografica.