Parleremo oggi di un progetto di cooperazione che sta migliorando le condizioni degli abitanti dell’antica provincia di Huaylas (in Perù, nella regione di Ancash) attraverso l’utilizzo del “tarwi”.

Ma che cos’è il “tarwi”? Un legume che ha origine nella regione andina del Sud America; alimento rilevante già nel periodo pre-ispanico per le sue componenti proteiche e di alcaloidi. Questo lo rende un prodotto potenzialmente interessante come alternativa per contribuire alla sicurezza alimentare della popolazione andina.

Ebbene, oggi, proprio grazie alle sue eccezionali doti nutritive è stato riscoperto diventando il protagonista di una delle comunità più isolate di tutto il Perù.

Il progetto che ha deciso di valorizzare questo tipo di alimento ha il nome di “Mujeres andinas en camino – Donne andine in cammino” e ha l’obiettivo di promuovere il tarwi verso il mercato nazionale ed internazionale nel quadro dello sviluppo rurale sostenibile.

Così, la coltivazione ormai dimenticata di una grande varietà di legumi, aiuterà 400 famiglie a migliorare il proprio reddito e 120 donne a rafforzare il loro ruolo nel settore socio economico.

Una comunità che vive principalmente di agricoltura, tra i 1.700 e i 3.400 metri d’altitudine, quindi molto isolata– racconta Idoia Ortiz, desk officer America Latina e Caraibi di Fondazione L’Albero della Vita, organizzazione attiva in Perù – qui la popolazione è colpita da una grave denutrizione infantile e da tempo aveva abbandonato le buone pratiche agricole rendendo il suolo meno fertile. Un territorio difficile da raggiungere anche per portare aiuti e macchinari.

Grazie a questo progetto, dunque, l’eccezionale legume concorrerà alla nutrizione quotidiana e all’incremento delle entrate per famiglie che, attualmente, vivono con soli 30 euro al mese. Ma il programma introduce un’altra grande rivoluzione. Le donne andine in questo modo parteciperanno all’economia famigliare esercitando un ruolo notevole nel lavoro agricolo, così come nel lavoro domestico (da qui il nome del progetto).

Infine il legume, grazie agli accordi con Anpe (Associazione nazionale di produttori , otterrà una certificazione di prodotto agroecologico che permetterà ai contadini del paese di venderlo nei principali mercati e fiere a livello regionale e nazionale, fino ad arrivare a Lima, la capitale. L’obiettivo finale vuole essere, però, quello di uscire dai confini nazionali, migliorando la situazione economica della comunità di etnia quechua della Provincia di Huaylas.