Molti stanno prendendo coscienza dell’importanza dei prodotti che siano ecologici ovvero che non inquinino l’ambiente e che siano decomponibili nel minor tempo possibile e biologici ossia provenienti da coltivazioni che non prevedano l’utilizzo di pesticidi e concimi chimici e al contempo abbiano un buon impatto ambientale e più clemenza verso gli animali.
L’eco-bio nasce dall’unione tra queste due parole e quello di cui tratterò oggi è di cosmetica green.
Il green è una delle parole più utilizzate di questi tempi e una delle parole che a mio avviso sarebbe più giusto utilizzare, perché dopo decenni basati su un economia fondata sul petrolio, dovremo spostarci su quanto ci è stato dato dalla natura (e da qui numerosi campi tra cui l’economia green).
Petrolio e cosmetica?
Pochi sanno che il petrolio sintetizzato in paraffina, petrolati e vaseline sono molto presenti all’interno delle creme e delle soluzioni comunemente acquistate nei supermercati e nelle profumerie. Il costo basso di produzione ed il loro effetto film fa sì che l’acquirente percepisca la pelle molto idratata. Non essendo però un ingredienti totalmente dermo-compatibili una nuova direttiva europea impone che dal 01/12/2010 l’utilizzo delle sostanze in categoria due, dove troviamo le sopracitate, debba essere sottoposto prima al vaglio del CSSC (comitato scientifico sicurezza consumatori). I petrolati rendono la pelle eccessivamente schermata e non potendo traspirare come farebbe normalmente con un olio di tipo naturale (come olio di jojoba o di argan), la pelle reagisce riempiendosi di brufoli e punti neri.
I siliconi nella cosmetica? Che cosa sono?
Partiamo prima dal definire cosa sono e poi consideriamo dove si trovano all’interno del campo cosmetico.
Il silicone nasce come un composto chimico prodotto partendo dal silicio, un elemento facilmente ritrovabile nell’ambiente, come ad esempio nelle rocce o nella sabbia. Attraverso i processi chimici a cui sono sottoposti è possibile utilizzarli nei più disparati settori come: adesivi, lubrificanti, isolanti, giocattoli, cosmetici, nel settore automobilistico ed aeronautico ecc.
Sono molto presenti sia negli shampoo sia nelle creme, questi permettono un effetto guaina che sui capelli normali-grassi tenderà ad appesantire mentre su quelli crespi e secchi tenderà a districare maggiormente. Se per i capelli crespi questo in apparenza può sembrare positivo in realtà non lo è perché la barriera in questo modo formata tenderà a seccare il capello che non riuscirà a trarre beneficio da nessun trattamento poiché “soffocato” dai siliconi che essendo idro-repellenti non andranno via se non dopo molti lavaggi.
I siliconi si riconoscono dalle sigle finali in –thicone e –siloxane. Alcuni esempi sono: Dimethicone, Cetearyl Methicone, Cyclopentasiloxane, Trisiloxane.
Sls e sles nella cosmetica
Quando leggiamo su uno shampoo la dicitura “senza sls e sles” rimaniamo un po’ sconcertati, incapaci di capire se questo sia un pro o un contro. Essenzialmente sono due molecole utilizzate per “sciogliere” lo sporco, molto presenti nei detergenti come gli shampoo o i bagnoschiuma. Queste sono tendenzialmente aggressive perché sgrassano alterando il film idro-lipidico della pelle generando cuoio capelluto arrossato, pelle secca ecc.
Tra le due il sodium laureth sulfate è preferibile al sodium lauryl sulfate, perchè meno aggressivo. Tuttavia queste due molecole non sono totalmente da eliminare (a meno che non si abbia una pelle molto sensibile e poco tollerante) e sono da utilizzare qualora siano combinate con le betaine (come il cocamidopropyl betaine) che ne riducono l’aggressività.
Inci e certificazioni
Si sente spesso parlare di inci ma pochi sanno com’è composto o a cosa serva. L’inci è spesso riservato al retro delle confezioni e vi sono scritti gli ingredienti di composizione, dal più alto gradiente di concentrazione all’interno della soluzione a quello minore. La possiamo intendere come una ricetta di una torta in cui vi è riportato cosa serve per cucinarla e in che dosi. La parte superiore del mio articolo servirà per comprendere meglio cosa utilizziamo solitamente e quale impatto abbia sulla nostra pelle e sull’ambiente.
Le certificazioni eco-bio sono necessarie ed è giusto riconoscerle per comprendere se determinati prodotti sono efficaci e che benefici apportano. Le più importanti sono: per l’Italia la certificazione ICEA e per l’Europa ECOCERT e BDIH.
La certificazione ICEA è una delle più diffuse per i prodotti delle aziende italiane e certifica che il prodotto non abbia ogm o non sia trattato con questi, non sia stata fatta sperimentazione sugli animali, il prodotto non sia stato trattato con radiazioni ionizzanti, gli ingredienti devono provenire da colture biologiche, non contiene vegetali a rischio di estinzione, gli imballaggi sono riciclabili e non dannosi per la salute.
La certificazione ECOCERT di origine francese è una delle più rinomate a livello europeo. Essa prevede che i cosmetici biologici contengano il 95% di ingredienti da colture biologiche mentre i cosmetici ecologici contengano il 50% degli ingredienti provenienti da colture biologiche, in ogni caso i prodotti di sintesi non possono superare il 5% del peso del prodotto.
BDIH: certificazione di origine tedesca molto rigorosa che esclude ogni tipo di petrolato dai propri prodotti, oltre che fragranze sintetiche, siliconi e coloranti sintetici.
Le certificazioni sono l’unico modo che ha il consumatore di comprendere che cosa stia utilizzando e rappresentano una vera e propria garanzia sul prodotto.
Il potere risiede nella conoscenza e sapere cosa fa bene a noi stessi e alla natura è il modo migliore di iniziare un cambiamento all’insegna del rispetto e della coscienza.