Federico II di Svevia è una della figure più poliedriche e rivoluzionarie della storia italiana. Di padre Hohenstaufen e di madre Altavilla, Federico II fu, oltre che imperatore del Sacro Romano Impero, anche re di Sicilia, re di Germania, duca di Svevia e re di Gerusalemme. Una rosa di cariche che lo portarono ad avere un’altissima influenza in quella che fu la storia politica dell’Italia a cavallo tra XII e XIII secolo. Nato il 26 dicembre 1194 a Jesi, morì a Castel Fiorentino il 13 dicembre 1250.

Federico II e l'Aquila

Federico II e l’Aquila

LA STORIA DELLO STUPOR MUNDI

Cultura. Federico II diede vita alla cultura d’elite del tempo, fondando l’illustre Scola Siciliana che portò il meridione a godere di una florida cultura in grado di attirare sguardi e menti anche dal di fuori del territorio. Sebbene da sempre la lingua del sud venga ghettizzata come dialettale, quella della scuola siciliana era prestigiosa e caratterizzò quella che poi sarebbe diventata la lingua ufficiale italiana. Federico II, fondò l’Università di Napoli nel 1224, la prima statale e laica.

Politica. All’attività culturale, l’imperatore, affiancò una sorprendente rivoluzione politica ponendo le basi per quello che sarebbe potuto essere poi un regno più moderno e ben governato. Come ogni buon governatore, il giovane poliglotta ebbe fior di nemici che minarono la sua credibilità e tentarono di infangare le sue riforme.
A suggellare molte delle dicerie e delle infamie, a cui era spesso sottoposto, fu la scomunica arrivata dopo il primo tentativo di crociata verso la Terrasanta andato a rotoli a causa di una pestilenza, scambiata per una scusa dall’allora Papa Gregorio IX. Nonostante ciò, Federico II provò a portare a termine la missione, naufragata nel primo tentativo, e riuscì a ottenere grandi risultati senza versare una goccia di sangue, ma grazie ad un accordo diplomatico con il nipote di Saladino.
Grazie alla – e a causa della – ecletticità del suo carattere, sotto il quale erano riunite tutte quelle qualità che gli avrebbero permesso di diventare senza difficoltà l’imperatore d’Italia, Federico II divenne inviso a molti. Confermata la scomunica da parte del Concilio istituito da Papa Innocenzo IV, Federico II di Svevia fu anche deposto come imperatore.

Opere Architettoniche. Lo stupor mundi, così era chiamato Federico II, amava le cose belle, come le sue residenze. L’ottagonale Castel del Monte, a 18 km da Andria, in Puglia, il Palazzo dei Normanni a Palermo, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia da lui potenziato, la Rocca di Federico II a Pisa sono tutte strutture ben studiate e architettonicamente d’impatto.
Due delle sue residenze erano anche a Foggia, una di questa è un imponente Palatium. Per l’imperatore il posto perfetto per andare a caccia era la Capitanata. Qui vi si stabiliva spesso e fu proprio qui che giunse la sua fine.
Molti sanno che il puer Apulia (il fanciullo di Puglia) nacque a Jesi, nelle Marche nel 1194, pochi però sono a conoscenza di quale sia stato il luogo della sua morte, Castel Fiorentino.

La morte. Attorno alla scomparsa di Federico II, avvenuta nel dicembre del 1250, è nata una leggenda.
Al giovane imperatore era stato preddetto che la sua morta sarebbe giunta sub flore. Che egli interpretò come “in una città che abbia in sé il fiore”. Si dice che fu per questo motivo che egli si guardò sempre dal recarsi a Firenze. Ma proprio mentre era diretto nella sua dimora foggiana, Federico II fu colpito da un malore, probabilmente dovuto a malattie trascurate aggravatesi nel tempo. Non sapeva che nelle vicinanze di Torremaggiore, cittadina in provincia di Foggia, si erigeva una fortificazione chiamata Castel Fiorentino. Fu proprio lì che venne portato per essere curato. Sempre leggenda narra che nel delirio della fine, Federico II chiese alla servitù dove fosse e sentendosi rispondere: Castel Fiorentino, comprese e accettò l’arrivo della fine.

Castel Fiorentino. Ph. Mariateresa Diomedes

Castel Fiorentino. Ph. Mariateresa Diomedes

Al di fuori della leggenda, quel che successe a Castel Fiorentino è testimoniato dalla rovine presenti nel territorio torremaggiorese. Recandosi in questa località, posta su una collina detta dello Sterparone, è possibile distinguere chiaramente i resti di quella che fu una fortezza imperiale, la torre e la domus, dove l’imperatore spirò.
Nonostante si tratti di un patrimonio artistico e culturale di una certa importanza, il Castello di Fiorentino risulta essere praticamente abbandonato. Della ricchezza che lo pose, al tempo, in posizione centrale nel panorama della vita locale, non resta che un cumulo di pietre.
Castel Fiorentino potrebbe essere uno dei punti nevralgici del turismo culturale foggiano e della Capitanata, territorio conosciuto esclusivamente per le bellezze naturali, come il Gargano. Ma molti tra turisti e popolazione locale, ignora che, tra un posto di mare e un ristorante, si trova un sito archeologico che rappresenta l’epilogo fisico di una delle figure più importanti per la storia del nostro Paese.
Se è vero che ancora oggi aleggi il mistero attorno alla morte del grande Federico II, è vero anche che di mistero si tratta il non riuscire a dare valore alla propria storia.
Per rivalutarlo bisogna attendere che venga distrutto completamente?