Basta capitare nelle città di Breslavia in Polonia o a San Sebastian in Spagna e ci si troverà in mezzo a cantieri, fermento, inaugurazioni e pubblicità sulle quali campeggia una scritta: Capitale Europea della Cultura.

Quasi sicuramente avremo visitato diverse città che hanno già ricoperto questo titolo. Ma cosa vuol dire esattamente essere Capitale Europea della Cultura?

Photo Credit: wallace39 " mud and glory " via Compfight cc  Riccardo Francesconi Ἥλιος sbircia sul Partenone

Photo Credit: wallace39 » mud and glory « via Compfight cc
Riccardo Francesconi
Ἥλιος sbircia sul Partenone

Tutto nacque nel 1985 quando all’allora ministra greca per la cultura, Melina Mercouri, venne l’idea di creare una serie di eventi annuali che portassero sotto i riflettori a turno una delle città europee. Questa città avrebbe avuto l’incarico di rivestire un ruolo di primo piano nella creazione di una cultura pienamente europea. L’idea ricevette parecchi consensi favorevoli tantoché per l’anno successivo venne scelta Atene per cominciare un percorso che dura ormai da quasi trent’anni.

Essere Capitale Europea della Cultura significa essere sotto i riflettori di tutta l’Europa e non solo. Significa promuovere un senso di identità europeo tra i cittadini e al contempo uno scambio culturale tra città europee. Ecco perché lo slogan inneggia “Uniti nella diversità”. Ma non solo essere Capitale Europea della Cultura consente di rivitalizzare una città, far sì che ritrovi la propria identità e che ne sviluppi una europea. Significa mettere la cultura al primo posto facendo sì che essa coinvolga un numero crescente di persone perché come affermò Melina Mercouri “Cultura, arte and creatività non sono meno importanti della tecnologia, commercio ed economia”

Vediamo ora come si diventa capitale Europea della cultura

Photo Credit: Carlo Mirante via Compfight cc  Carlo Mirante Genova, tramonto sulla superba

Photo Credit: Carlo Mirante via Compfight cc
Carlo Mirante
Genova, tramonto sulla superba

Il parlamento e la commissione europea passano al vaglio i numerosi progetti presentati e scelgono i più rispondenti ai requisiti. Particolare importanza e rilievo lo riveste la creatività. A questo punto stilano una lista delle città alle quali verrà assegnato il titolo. I criteri di selezione, come molti pensano, non prendono in considerazione il patrimonio artistico e culturale ma bensì riguardano gli elementi contenuti all’interno di un progetto ben strutturato che le città candidate devono presentare. I progetti infatti devono porre particolare accento sulla dimensione europea, sulla promozione di un rapporto attivo e dinamico tra città e cittadini che ne incoraggi la partecipazione degli ultimi e al contempo favorisca un ampio sviluppo culturale della città. Senza trascurare di mettere bene in luce le proprie peculiarità e dimostrare la propria creatività.

Una volta selezionata la città comincerà i preparativi. Processo tutt’altro che semplice che in media ha la durata di 4 anni.

Per quanto riguarda le sovvenzioni economiche solo una piccola parte proviene dall’Unione Europea. Consideriamo che il budget medio per l’organizzazione dell’evento varia tra gli 8 e i 74 milioni di euro e di questi solo 1,5 milioni di euro vengono erogati dall’UE. Perciò la maggior parte dei fondi provengono dallo Stato, Regione e dalla stessa città.

Photo Credit: zipckr via Compfight cc  Pietro Zanarini Botticelli: "Nascita di Venere"

Photo Credit: zipckr via Compfight cc
Pietro Zanarini
Botticelli: «Nascita di Venere»

I fondi vengono in questo modo investiti per la realizzazione degli eventi culturali, ma non solo, anche per impiegarli per opere volte a riqualificare la città, visto che gli obiettivi di una Capitale Europea della Cultura non si esauriscono al termine dell’evento ma sono pensati e studiati in una prospettiva a lungo termine.

Ad oggi le Capitali Europee della Cultura sono state 52 e tra queste le italiane Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004. Alcune città hanno beneficiato dall’aver ricoperto tale ruolo, poiché ha consentito che se ne rilanciasse completamente l’immagine, altre hanno ottenuto una visibilità da tutto il mondo anche solo per un breve periodo, altre hanno visto consolidarsi il senso di identità e confidenza nei cittadini e soprattutto tutte hanno contribuito a stimolare sensibilmente l’interesse nei confronti della cultura.

Photo Credit: Dorron via Compfight cc  Urko Dorronsoro

Photo Credit: Dorron via Compfight cc
Urko Dorronsoro

Quest’anno le città insignite di tale titolo sono Mons in Belgio e Plzeň in Repubblica Ceca che passeranno il testimone nel 2016 a Breslavia in Polonia e San Sebastian in Spagna. Staremo a vedremo cosa realizzeranno in nome di questa ruolo, di sicuro almeno per un anno la cultura sarà in primo piano e  otterranno una visibilità particolare.