“Cycloscope” è il viaggio in bici di due ragazzi Daniele Giannotta (1982, sound designer, operatore culturale) ed Elena Stefanin (1984, laureata in Scienze Politiche, Relazioni internazionali e Diritti Umani) che hanno deciso di esplorare il mondo in bicicletta a scopo documentaristico. Un percorso, da “Bologna fino al Kirghizistan” attraverso paesaggi spettacolari, avventure, incontri con culture diverse, profumi e sapori.
Alla ricerca di immagini, suoni e parole, a caccia di tesori sconosciuti o dimenticati; in un lento cammino, vicino ai ritmi antichi. Infatti, contrariamente ai mezzi di trasporto più tradizionali (treni, aerei, automobili…), la bici mette il viaggiatore a stretto contatto con la strada, il paesaggio e le persone. Montando in sella non è la destinazione che conta, ma il viaggio in se.
I due giovani protagonisti sono partiti da Bologna per raccontare la loro esperienza attraverso una serie di reportage relativi alle contraddizioni ed ai conflitti, tradizioni ed evoluzioni, meraviglie naturali e rischi ambientale delle ex Repubbliche Sovietiche. La filosofia grazie alla quale sono riusciti a realizzare un progetto davvero innovativo, risiede nel considerare la documentazione come il più nobile scopo cui un viaggiatore possa ambire. Infatti, condividendo conoscenza ed informazione sarà possibile semplificare ed allo stesso tempo approfondire l’esperienza dei prossimi viaggiatori.
L’obiettivo di Cycloscope – così come quello di Daniele ed Elena – è, quindi, quello di scoprire il mondo in bicicletta in una sorta si reality educativo che va in onda sulle frequenze Sky 214 di Bike Channel e sul web. Il documentario pone l’accento su alcune questioni di particolare rilevanza mondiale tra cui il prosciugamento del lago d’Aral e la radioattività della valle del Fergana in Kyrgyzistan. In ogni puntata una tappa del viaggio: da Bologna passando per Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Romania, Bulgaria, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan, Kyrgyzstan.
Un progetto, dunque, che mette in scena 10.000 km percorsi in bicicletta e 20.000 foto per aiutarci a trovare il nostro posto nel mondo ed, infine, tornare nuovamente a casa, scoprendo che poi, con la rete anche le distanze che sembrano insormontabili non lo sono più.