Legalizzazione della cannabis sì o no? Il dibattito è aperto e spacca in due la scena politica. Era il 15 luglio quando venne presentata la proposta di legge per la legalizzazione della marijuana.
Ciò che la contraddistingue dalle precedenti proposte di legge è che sia il frutto di un lavoro di un intergruppo di cui fanno parte 118 deputati ed è stata cofirmata in tutto da 220 parlamentari.
La cosa che la rende una proposta “solida” è proprio questa caratteristica, infatti i parlamentari appartengono a più partiti, M5S, Sel e PD i più rappresentati.
L’ufficialità arriva il mese scorso, risale infatti al primo di ottobre la notizia che la Camera dei Deputati discuterà la legalizzazione della cannabis entro dicembre. A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo su richiesta del partito Sinistra Ecologia e libertà.
Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova commentava la decisione, placando i primi festeggiamenti: “Quello di oggi è un primo risultato; intendiamoci: è un punto di partenza su cui bisognerà lavorare molto. Serve tempo, ma noi abbiamo la determinazione per andare fino in fondo.”
Cosa prevede esattamente la proposta di legge? In sostanza, propone l’introduzione della “detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche”. Resta comunque vietato l’uso in luoghi pubblici.
Per i minorenni assoluto divieto di possedere sostanze stupefacenti.
La proposta prevede anche la possibilità di coltivare fino a 5 piante di marijuana in casa e di detenere legalmente la cannabis così ricavata. Sarebbero invece vietati il piccolo spaccio (anche per quantità inferiori ai 5 grammi) e la vendita della marijuana coltivata nelle proprie abitazioni. Su modello della Spagna, è prevista anche la coltivazione in forma associata nei cosiddetti cannabis club, purché allestiti da associazioni senza fini di lucro. La vendita al dettaglio avverrà in negozi dedicati, forniti di licenza dei monopoli.
Per quanto riguarda i ricavi delle associazioni, sul sito dedicato alla legalizzazione dell’intergruppo si può leggere “I proventi derivanti per lo Stato dalla legalizzazione del mercato della cannabis sono destinati per il 5% del totale annuo al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative relative alla violazione dei limiti e delle modalità previste per la coltivazione/detenzione di cannabis, sono interamente destinati ad interventi informativi, educativi, preventivi, curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti”.
Come già affermato la proposta viene soprattutto da partiti di sinistra, con l’approvazione di alcuni dei neutrali 5 Stelle. Ma le reazioni sono state varie, nel Parlamento l’opposizione alla legalizzazione resta vasta. “No a legalizzazione cannabis. Droghe, leggere o pesanti, fanno male e basta: questo va spiegato ai ragazzi. Camera si occupi di cose serie”, scrive su Twitter, il deputato di Forza Italia, Luca Squeri.
Perentorio anche Matteo Salvini, “Sono personalmente contrario: sarei per la legalizzazione e la regolamentazione della prostituzione, perché fino a prova contraria il sesso non fa male, la cannabis sì”.
Per adesso soltanto una proposta, la strada verso la legalizzazione sembra ancora lunga e del tutto priva di certezze, come ricorda Pippo Civati “La maggioranza non è unita, il governo nichia, Renzi ha sempre dichiarato di essere contrario alla legalizzazione, nello stesso Pd ci sono tanti fimatari della proposta dell’intergruppo ma altri restano contrari, la vedo complicata. E’ chiaro che i numeri ci sarebbero ma sono numeri che vengono soprattutto dall’opposizione: Movimento 5 stelle, Sel noi e altri soggetti che si sono dichiarati favorevoli.”