Carla, in uno dei suoi viaggi

Carla, in uno dei suoi viaggi

Lasciare il lavoro per aprirsi al mondo. Un salto nel buio che ancora fa riflettere. Questa è la storia di Carla una ragazza come tante, che durante l’università ha fatto il tirocinio come previsto da curriculum e che per tre anni ha voluto mettersi quotidianamente alla prova svolgendo “il lavoro più bello del mondo” come la stessa l’ha definito: il giornalismo. E fare la giornalista in Italia in maniera seria, ossia essendo apprezzata e remunerata, non è cosa di tutti i giorni.

IL BISOGNO

“Ho svolto questo lavoro con grandissima passione, amavo fare quello che facevo, ma ad un certo punto qualcosa dentro di me si è rotto. Ho capito che stava subentrando la routine, l’arrivismo e la corsa alla carriera. Tutte cose che non hanno mai fatto parte di me”, descrive Carla. E continuando a parlare con lei si capisce che ad essersi spezzata non è la passione per la scrittura né la curiosità e la voglia di raccontare quello che succedeva nel mondo.

Semplicemente nuovi bisogni stavano emergendo. “Mi sentivo in trappola, avevo compiuto da pochi giorni 25 anni e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che avrei passato in quelle mura, in quella cittadina, in quella nazione tutta la mia intera vita. Riuscendo, se fortunata, a fare le ferie in giro per il mondo, da turista”.

LA SVOLTA

Ma questa non era affatto la vita che voleva Carla, e così c’è stato un momento in cui ha cominciato a pensare seriamente di fare quel gran salto che le avrebbe sicuramente – nel bene o nel male – cambiato la vita. Lasciare un lavoro per il quale ti stanno offrendo un signor contratto non è facile.

Ma la parte ancora più complessa è quella che viene dopo: “Avere di fronte a sé un mare di possibilità, non sempre è un fattore positivo. Tutto è niente. Ti ritrovi senza lavoro, lontano dal posto in cui hai vissuto per anni, nella tua casa vuota senza niente da fare tutto il giorno. E te lo sei cercato tu. Insomma i primi momenti sono stati davvero di perdizione”.

Ma poi qualcosa ancora è successo. “Un giorno ho deciso che avrei dovuto fare un biglietto e partire. Ho deciso che solo così potevo interrompere il circolo di indecisione che mi ero creata da sola. E l’ho fatto. Non si può descrivere la gioia che si prova dopo aver comprato un biglietto aereo di sola andata”.

SCEGLIERE IN BASE A SE STESSI

La prima destinazione è stata il Portogallo: “Cercavo un posto caldo, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista climatico” poi Carla si è diretta in Spagna, fino ad arrivare in Turchia e a finire in Slovacchia.

Non rimpiango un solo attimo che sia trascorso da quando ho deciso di lasciare un lavoro che mi stava tarpando le ali, quelle che ora penso di aver spiegato per bene. Non ho viaggiato a lungo, sono stati solo 8 mesi, ma sono stati i più belli e i più brutti della mia vita. Ed è stato così perché per la prima volta in vita mia non sono stata una turista: mi sono sentita una vera viaggiatrice. Ho scalato la mia montagna personale, ho finito tutti i risparmi, ma sono arrivata in cima. Il bello non sta solo nella gente che conosci, ma anche quello che conosci su di te. La sensazione più strana, però, è proprio quella di non sapere cosa succederà domani, chi incontrerai, dove mangerai. Non so se riuscirò mai a fermare la voglia di viaggiare, muovermi, vedere, scoprire. Forse lo farò finché non avrò sopito questo bisogno”.

Cosa ci sarà nel suo domani e quando si deciderà a mettere la testa e tutto il corpo a posto, noi non glielo chiediamo.